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Di solito mi capita di condividere gli articoli di Franco Fondriest, che stimo per indubbia saggezza e anche come amico personale. Questa volta però dissento su quanto da lui pubblicato sull' argomento Fonderia, forse per mancanza di alcuni elementi di conoscenza da parte sua.
Nel 2004 ARPA ed USL avevano già posto in alternativa la Fonderia con i nuovi insediamenti da edificare in vicinanza della stessa : o l'una o gli altri. Gli acquirenti non potevano conoscere a priori l'entità dei disturbi che avrebbero subito. La normativa antinquinamento si è evoluta nei decenni e la Fonderia si è trovata a dover intervenire sempre a posteriori, con continui “ rattoppi “ per adeguarsi a fatica a quanto richiesto.
Ora l'opificio è decisamente obsoleto e fuori tempo.
A tutt'oggi (mercoledì scorso) ARPAE dichiara di non conoscere con precisione quali sostanze vengono emesse dalla fabbrica, perchè possono variare a seconda delle condizioni di esercizio, del clima ed altre cause.
Paragonare poi lo spostamento di una fabbrica con quello di una autostrada mi pare quantomeno avventuroso, se non paradossale. La nuova sede: Navicello, Baggiovara?
Nell'analisi delle varie possibilità non si tiene nel dovuto conto che la nuova fabbrica avrebbe un impatto ambientale assolutamente non paragonabile a quello attuale. Sarebbe come confrontare una locomotiva a carbone con un elettrotreno della TAV. I residenti giudicano la situazione attuale insostenibile. Chiedono che venga data la giusta priorità alla salute e nei tempi più ristretti possibile. La sperimentazione a carboni attivi va a rilento e viene praticata solamente sulle più piccola delle due zone odorigene. La seconda, a portata maggiore, continua indisturbata ad emettere i suoi vapori molesti.
Con la speranza di aver dato un contributo alla chiarezza.
Pietro Bertolasi
Redazione Pressa
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