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Carpi, giunta Bellelli: tra autogol e promesse/1

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Mancata revoca cittadinanza al Duce: anche l'ex sindaco Werther Cigarini ha severamente bocciato l'iniziativa di Bellelli definendola “strumentale'


Carpi, giunta Bellelli: tra autogol e promesse/1
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L'attività del sindaco di Carpi Alberto Bellelli è stata ultimamente caratterizzata da  una serie di 'allettanti' nuove promesse che egli ha fatto ai carpigiani: nuove realizzazioni che vanno ad aggiungersi ai tanti progetti annunciati negli ultimi anni ma mai eseguiti, dimenticati, rimasti nel cassetto.

Ma è stata anche contrassegnata da un clamoroso autogol politico: ed è da questo che iniziamo il nostro resoconto.

Il sindaco ha presentato in consiglio comunale la proposta di togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini, conferitagli nel 1924, che nessuno in città sapeva o ricordava vi fosse, come ha ammesso anche l'ex sindaco Werther Cigarini che ha tuttavia severamente bocciato l'iniziativa di Bellelli definendola “strumentale perchè la storia non si cancella, perchè lascia tracce  nella toponomastica e perchè denota un chiaro provincialismo  ideologico”.

E l'autogol consiste nel fatto che la proposta del sindaco non ha ottenuto in consiglio i voti necessari per essere approvata.

Si, proprio così. Nella 'rossa' Carpi, dal 1945 in poi  sempre amministrata dal Pci, poi trasformatosi in Pds, Ds e ora Pd, la proposta non è passata, traformandosi in un imbarazzante infortunio politico del sindaco che ha avuto il torto di non coinvolgere preventivamente i partiti presenti in consiglio comunale (visto che si trattava di un atto istituzionale)  per adottare una decisione comune. E' invece prevalsa l'anima  post-comunista della arroganza del potere e quella della autosufficienza numerica, della chiusura al  dialogo e al confronto, col prevalere di un atteggiamento divisivo e non unificante e dialogante, in contrasto con l'asserita volontà più volte espressa di cercare dialogo e convergenze.

Ed è emersa  anche la inquietante mai sopita nostalgia dei post-comunisti per il mondo sovietico e il riaffiorare dell'antiamericanismo, dell'antioccidentalismo, dell'antieuropeismo, nel ricordo delle vecchie battaglie del Pci in consiglio comunale e nelle piazze contro la Nato e il Patto Atlantico, nonostante la svolta berlingueriana del  1976 quando il segretario del Pci disse di “sentirsi più sicuro sotto l'ombrello della Nato piuttosto che sotto quello del Patto di Varsavia”.

Nella occasione le minoranze hanno ricordato a Bellelli che a suo tempo l'allora Pci votò contro in consiglio comunale ad una analoga richiesta di togliere l'onorificenza assegnata dall'allora  Presidente della Repubblica al maresciallo Tito, in ragione delle violenze contro gli italiani nella ex Jugoslavia durante e dopo la guerra sfociate nelle tragiche stragi delle foibe carsiche. E anche in questo caso è emersa ancora una volta la 'doppia morale' politica, a seconda delle convenienze, che è sempre stata una delle caratteristiche dell'ex Pci.

Più coraggioso fu invece l'ex sindaco Bergianti quando, negli anni '80, dopo lo chock determinato dalla conferma dei delitti dello stalinismo sovietico, dentro e fuori l'Urss e le stragi di oppositori del regime nei gulag siberiani, propose di cancellare le vie Lenin e Unione Sovietica dalla toponomastica carpigiana per 'motivi etici e morali oltre che politici', proposta che gli venne però bocciata proprio dal suo partito, prima ancora di approdare in consiglio, anche in questo caso per 'convenienza politica'. 

E a peggiorare il quadro politico attuale e a mettere in ulteriore difficoltà Bellelli,  sono esplose le inattese posizioni 'politiche' dell'Anpi che si propone ora non più come Associazione di ex partigiani, ma come un vero e proprio partito alternativo al Pd di Letta 'colpevole' di essersi espresso a favore della Resistenza ucraina contro l'invasore russo, cosi come i resistenti italiani fecero contro l'invasore tedesco e nonostante che il Pd abbia votato in Parlamento a favore degli aiuti umanitari e militari alla resistenza di Kiev. Dunque se c'è qualcuno che “si è rimesso l'elmetto in testa” - come ha ironicamente osservato l'ex Pci Sansonetti -  questi è proprio il presidente nazionale dell'Anpi che, in  cerca di rivincite politiche, fa finta di essere pacifista, usa solo la parola 'pace', non distingue tra paese aggredito e paese aggressore, non cita mai né il nome di Putin nè quello della Russia, né ricorda i massacri della popolazione civile coi bombardamenti di scuole, case e ospedali e le violenze sulle donne”. Smentito fortunatamente, il presidente, sia dalla sua vice, Albertina Soliani che, preoccupata che i 'filo russi' possano danneggiare l'immagine dell'Anpi, ha detto: “L'invasore si combatte, la propria terra e i propri ideali si difendono con le armi perchè questa si chiama legittima difesa”, che dal presidente della Fondazione ex Campo di Fossoli Pierluigi Castagnetti secondo il quale “il valore della Resistenza è quello di resistere all'invasione del proprio Paese, ai bombardamenti, alla distruzione di città e alla uccisione di bambini. L'Ucraina insegna che la Resistenza – ha aggiunto - non è soltanto un diritto ma un dovere, un  valore che dobbiamo ribadire”. 

L'elemento, infine, che ha messo in imbarazzo il sindaco Bellelli e la sua giunta (non sappiamo se questa è anche la posizione complessiva del Pd carpigiano e del suo nuovo segretario Daniela De Pietri) è stata l'indifferenza, quasi il fastidio di enti, associazioni e semplici cittadini di fronte ad un consiglio comunale che dedica una intera seduta a... Mussolini, un goffo tentativo di distogliere l'attenzione della opinione pubblica sulla drammatica sanguinosa guerra della Russia contro l'Ucraina, ma anche sui problemi gravi di Carpi, del suo sviluppo, della crisi economica di aziende e famiglie e della mancanza di prospettive certe per il futuro.

“Qualcuno salverà il sindaco Bellelli nel voto in consiglio?”,  si chiedeva ironicamente Sara Gelli sul Tempo prima della votazione. No, nessuno è intervenuto a salvarlo.

Cesare Pradella

(1-continua)

Cesare Pradella
Cesare Pradella

Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque..   Continua >>


 


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