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Castelfrigo, una palla di neve che diventerà una valanga

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Francamente. La dura battaglia dei lavoratori ed il grandissimo sostegno della Cgil


Castelfrigo, una palla di neve che diventerà una valanga
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LA CGIL OGGI E IERI

Devo essere sincero: sono stato iscritto alla CGIL per circa trenta anni, una buona parte della mia vita lavorativa, ma sono sinceramente disgustato dalla durezza della Camusso e dalla demagogia di Landini; non credo che si faccia del sano sindacalismo con i no e con le urla. Ben altri esempi di serietà e sobrietà ho potuto conoscere ed apprezzare nei decenni scorsi, anche in contesti più difficili di quello attuale; uno su tutti: Luciano Lama.

Ma devo togliermi il cappello ed inchinarmi davanti alla dura battaglia che la CGIL sta conducendo in difesa dei lavoratori della (o meglio nella) Castelfrigo. Il più grande sindacato dei lavoratori (e dei pensionati che ne costituiscono circa la metà degli iscritti) si è accorto che non ci sono solo i dipendenti pubblici e quelli delle aziende private, grandi e piccole, ma che c’è un mondo di lavoratori super sfruttati che non ha voce.

Insomma dietro al mondo dei “garantiti”, ce ne è un altro, più sommerso, perché spesso costituito da immigrati, di non garantiti, a volte ai limiti dello schiavismo. Questi lavoratori sono dipendenti/soci di cooperative di lavoro che operano all’interno di aziende con stipendi miseri, diritti scarsi ed oneri pesanti, in quanto, appunto soci.

LE COOPERATIVE VERE E… QUELLE “SPURIE”

Delle 80.000 cooperative italiane, sembra che molte nulla abbiano a che fare con gli ideali mutualistici, ma piuttosto con lavoro nero, evasione, concorrenza sleale. Ciò accade soprattutto nei settori agroalimentare, della logistica e dei servizi. Basti pensare che soltanto 43mila aderiscono alle principali sigle riconosciute e la vigilanza sulle restanti è molto difficile.

Comunque, per descrivere la situazione basti questo dato del Ministero del Lavoro: nel primo trimestre 2016, su 934 cooperative ispezionate, 470 sono risultate irregolari.

UNA PROPOSTA DI LEGGE FINITA… MALE


Proprio per questo l’alleanza delle Cooperative si è fatta promotrice di una proposta di legge che regolamenti la materia; una proposta di legge pienamente sostenuta da CGIL, CISL e UIL e che ha raccolto, in poco tempo circa 100.000 firme. Ma dove è finita questa proposta, diventata poi disegno di legge che vede tra i presentatori il nostro senatore Stefano Vaccari? Finita nel dimenticatoio? E dire che durante questa legislatura di leggi ne sono state approvate moltissime, più di 350.

Come mai? Non era abbastanza importante? O dava fastidio a qualcuno?

I PRECEDENTI

Ma come è potuto avvenire tutto ciò, nel paese dei diritti? Per capirlo, occorre tornare indietro e parlare della liberalizzazione di appalti e subappalti, senza sostanziali controlli.

E poi parlare di quella che è una delle parti più vergognose del job act: la depenalizzazione della somministrazione fraudolenta di manodopera. E’ in queste pieghe che è nato e si è sviluppato il settore delle cooperative che molti definiscono “false o spurie”. Purtroppo “false” non lo sono ufficialmente fino a che tali non vengano definite da un tribunale. “Spurie”, certo lo sono.

I CONTROLLI

Ed ora veniamo ai controlli o, meglio ai mancati controlli; i controllori dove sono? Si lascia ai sindacati ed ai giornali o ai lavoratori il compito di denunciare?

UN SILENZIO TOMBALE

Ma quello che è ancor più grave è l’indifferenza con cui la nostra città vive questa situazione; occorre dirlo: salvo i partiti della sinistra che, tra l’altro, sabato scorso, hanno organizzato unitariamente, una riuscitissima cena di solidarietà, si avverte un desolante silenzio.

A parte qualche pacca sulle spalle, dove sono le istituzioni locali, dove è Confindustria, dove sono gli altri sindacati, i partiti, l’associazionismo? tutti sempre pronti ad andare sotto il sacrario della Ghirlandina a difendere la costituzione; ma ora dove sono, cosa fanno di concreto?

NEI PROSSIMI GIORNI

Oggi ci sarà un corteo di protesta e poi una manifestazione a Castelnuovo e, se non ci saranno risposte, da martedi inizierà uno sciopero della fame che durerà fin che non ci sarà qualche risultato.

Sì, perché questi lavoratori, che da due mesi sono in sciopero, stanno combattendo una causa giusta e non lo fanno per loro, ma per tutti quelli che si trovano nelle medesime condizioni.

Quindi, come ha detto il consigliere regionale di L’Altra Emilia, Piergiovanni Alleva, questa è una palla di neve che deve diventare una valanga.

Speriamo…..

Franco Fondriest


Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 


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