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Con la stessa amarezza di quando, ormai diversi anni addietro, appresi che il 'mio' Servizio Sociale di base, per una nutrita serie di cause delle quali ho già scritto più volte, stava 'smantellando' i suoi servizi educativi per i minori, che erano, di fatto, gli unici interventi finalizzati ad un ruolo preventivo a soluzioni istituzionalizzanti quali gli ingressi in comunità residenziali... Beh .. con la stessa amarezza di allora, apprendo in questi giorni che l'Assessorato all'Istruzione parrebbe avere in mente la 'demolizione' del suo Memo, che é stato lungamente il fiore all'occhiello dei suoi intendimenti d'orientamento (didattico) per le scuole cittadine (e non solo).
Solo così si può spiegare il silenzio alle richieste dei dipendenti di conoscere il futuro di Memo, il totale immobilismo, l'assenza di progetto e di sostegno effettivo a questo Centro nel corso degli anni di questa Amministrazione.
L'attuale Giunta procede con le scelte avviate dalle Amministrazioni precedenti ii dismissione di gestione diretta di servizi e scuole d'infanzia. Nidi e scuole confluite nella Fondazione Cresci@mo o date in appalto.
Si è molto discusso negli anni scorsi su questo ma con dibattiti di segno opposto nei servizi, in città, nelle organizzazioni sindacali. Questo fece si che per alcuni servizi non andò avanti l'idea di esternalizzare completamente. Ora, nel silenzio generale si attuano scelte che riprendono quelle posizioni politiche il cui slogan è stato “gestire meno e governare di più”. Nei fatti questa Amministrazione ha disinvestito nelle politiche sociali ed educative.
Pur non avendo operato direttamente in quel Servizio, come, invece, ho potuto fare per quello socio-educativo di cui sono stato per anni il coordinatore, ho avuto modo di conoscerlo abbastanza bene, di frequentare Sergio Neri ed ancor più il mio compagno di studi ed amico Mauro Serra, ancor dai tempi del CDE e CDH (centro documentazione educativo e per handicap), che dell'evoluzione di Memo sono stati i 'padri ispiratori'.
Ora ed in quest'occasione mi pare inutile e superfluo soffermarmi a delineare e descrivere nel dettaglio le attività che Memo ha svolto negli anni che si sono ampliate ai servizi educativi 0-6, fino ad interventi che riguardano le scuole elementari, medie e superiori, con attività molteplici quali formazione, documentazione, informazione, intercultura, disabilità. Sono note a tutti quei modenesi che hanno avuto dei figli frequentanti le nostre scuole, nonché ben conosciute alle centinaia di educatori, insegnanti e docenti che se ne sono avvalsi, ma é il caso, invece, di sottolineare che ogni qualsivoglia idea e progetto teso a sopprimere questi tipi di intervento non può che essere un vero e proprio atto di miopia strategica (e quindi politica) che priverebbe il mondo educativo e scolastico, già in crisi per le molte difficoltà che incontra, di un supporto ideale e progettuale di indubbia validità.
Memo è un centro strategico per I servizi educativi e per la scuola. Per governare VERAMENTE bisogna presidiare punti e luoghi di governo strategici e di controllo. MeMo è uno di questi per la ricerca pedagogica e didattica.
La qualità di questi politici è la miopia politica delle loro scelte che ricadono purtroppo sulla città. Per quanto mi riguarda, non voglio entrare nel merito delle problematiche relative alla gestione del personale impiegato: quest'ordine problematico é ed a mio avviso deve restare nei compiti di un'oculata e prudente trattativa sindacale... e mi auguro che le parti, in primis il sindacato, si dimostrino all'altezza del compito.
Però, in virtù del fatto di 'avere speso' un'intera vita professionale occupandomi di tematiche educative alle dipendenze dell'Amministrazione che oggi pare mettere in dubbio la sopravvivenza stessa di uno dei suoi servizi educativi prioritari, avverto il dovere di sottolineare con forza e determinazione che qualora un qualcosa di questo tipo si dovesse compiere, la nostra Comunità non potrebbe che risultarne più che evidentemente impoverita.
Riflettano attentamente, dunque, i nostri Amministratori nel valutare il da farsi. Si ispirino a quanto i loro predecessori hanno voluto ed hanno insistentemente promosso e non limitino il loro sguardo ai soli (seppure reali) condizionamenti economici, che non devono e non possono essere gli unici elementi da considerare. Razionalizzino le spese dov'é possibile, ma non cessino di considerare che 'ciò che oggi eventualmente dovessero togliere alla scuola ... non potrebbe che condizionare, domani, il futuro di chi l'ha frequentata'.
Giovanni Finali
