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Potrà sembrare che la voglia prendere da lontano, ma non é così.
Riflettevo, nei giorni scorsi, sul risalto mediatico che ha avuto l'annuncio della prossima ristrutturazione della villa di campagna del Muratori, il padre della moderna storiografia, da tempo chiamata Villa Ombrosa, che, appena terminati i lavori, speriamo fatti con giudizio, potrà ospitare la Casa delle Donne. Più che meritatamente, mi viene da dire, dopo tanti anni d'attesa. E mi é tornata in mente una buia serata di diversi anni addietro, della quale, onestamente, non ricordo più con precisione la data, che vide l'avv. Ernesto Giliani, all'epoca Presidente del Quartiere San Lazzaro, accompagnato dal sottoscritto, a quell'epoca responsabile della Commissione Salute e Servizi Sociali del medesimo territorio, recarsi nell'ex-scuola elementare di via del Gambero che, vuota da tempo, era stata occupata da qualche tempo da un gruppo di giovani donne, che rivendicavano dall'Amministrazione un maggior attenzione alle tematiche di quello che allora veniva definito, con evidente approssimazione, il femminismo.
Non ricordo molti particolari di quell'incontro, tranne una significativa determinazione delle nostre interlocutrici di proseguire l'occupazione di quegli spazi fino a quando le loro richieste di spazi non avessero ottenuto un'adeguata risposta.
Ora, quell'occupazione, poi derubricata a seguito di successivi accordi coi diversi 'chi di dovere', come tutti sappiamo sta perdurando tuttora, fino all'inaugurazione della nuova sede.
Fatte i debiti distinguo, questa situazione non può che portare, fra le tante possibili, ad almeno due considerazioni. La prima è che, con tutta evidenza, in quel periodo, che dal punto di vista delle trasformazioni sociali non era meno vivace dell'attuale, il Sindaco di Modena, per conto dei quale Ernesto ed io eravamo andati a 'trattare' con le occupanti, non la pensava come l'attuale Sindaco Muzzarelli, che non perde occasione per dichiarare il suo rifiuto per l'avvio di un confronto con gli occupanti del Cavour poiché si troverebbe di fronte degli interlocutori 'responsabili di reati'.
La seconda é che, dichiarata questa scelta, che a mio avviso é comunque errata, discutibilissima e totalmente miope, non é dato comprendere le ragioni in base alle quali lo stesso Sindaco discerne i 'responsabili di reati' coi quali é indisponibile a confrontarsi da quelli coi quali, invece lo é, egli personalmente o incaricando i suoi collaboratori.
Ancora recentemente, in Consiglio comunale, ad esempio, abbiamo saputo che l'Amministrazione sta 'trattando' la soluzione di un problema accertato di grave inquinamento di un terreno (l'ex-rotonda di MoEst), e lo fa direttamente con la Ditta (una cooperativa?) che di quel reato d'inquinamento si é resa responsabile e che da tempo ignora le prescrizioni per farlo. Quindi 'tratta' con responsabili di reato.
E questo non é che uno dei possibili esempi fra i tanti che, comunque, a mio avviso, non dovrebbero certo fare urlare allo scandalo. Resto convinto, infatti, che chi amministra una Comunità, nei limiti di più che ragionevoli condizioni (uso della violenza, per dire) non solo possa, ma debba relazionarsi con tutti i portatori di problemi. In buona sostanza, una volta tanto mi trovo d'accordo con l'amico Giorgio Pighi, quando afferma che i problemi politici necessitano di dibattiti politici, mentre quelli giudiziari si affrontano nei Tribunali.
La cosa che stupisce... beh... stupisce è dire poco, quindi, non è che si 'tratti' in taluni casi bensì che, a parità di condizioni, si decida di non farlo in altri.
Segue questa riflessioni, un'altra considerazione che mi piacerebbe, seppur da non credente, riconoscere alla Chiesa, cioè quella di riuscire ad essere sovente esempio, perché lo possiamo essere anche noi, come Mater et Magistra.
Personalmente, e lo testimonia il fatto che già la sera dell'occupazione del Cavour lo abbia scritto, non sono rimasto stupito da quanto reso pubblico dal comunicato stampa della Curia modenese, che è proprietaria dell'immobile. La disponibilità a 'sedersi ad un tavolo di confronto' sulle tematiche sollevate dai ragazzi del Guernica, a mio avviso, é una condizione più che apprezzabile. Mi permetto anche di credere che, rispetto al fatto che la nostra Città possieda molti spazi vuoti ed inutilizzati e che nel contempo ci sia la necessità di avviare delle politiche giovanili (alcune delle quali necessitano di spazi) oggi pressoché inesistenti ... la Chiesa modenese, il suo Vescovo ed i suoi Sacerdoti che hanno tantissime occasioni di conoscere da vicino il mondo giovanile, possano condividere questa stessa esigenza.
Nello stesso tempo, credo anche che tale tavolo di confronto potrebbe anche occuparsi di quegli stessi temi, cioè la crescente povertà di tanti Cittadini, che hanno motivato la scelta della Chiesa modenese, della Caritas e dell'Auxilium a progettare la realizzazione della seconda mensa per indigenti, proprio nei locali del Cavour. Si tratta di un tema che ha sempre riscontrato l'attenzione di quel gruppo ... direi il loro principale leitmotiv ... che certamente ha utilizzato, per rendere evidenti dei problemi troppo spesso trascurati, delle modalità 'criticabili' a causa di un'oggettiva forzatura della legge.
Non ho più l'età, il fisico e la salute per mettermi fisicamente dalla loro parte e fermarmi a dormire al freddo di quegli spazi occupati, ma non mi sento legittimato a definirmi un 'bravo e solidale' concittadino senza quantomeno provare simpatia ed affetto per loro.
Ad esercitare nei loro confronto la funzione 'materna', appunto.
Nel titolo che ho voluto dare a questa nota ho citato gli interventi di politiche giovanili che la nostra Amministrazione ha realizzato negli ultimi decenni. Mi ripeto nel confermare che, pur nei miei limiti di tempo e capacità, sto elaborando un testo su quanto hanno prodotto le nostre politiche giovanili. Per quanto d'interesse in quest'occasione, vorrei solo evidenziare che di tutti i progetti-interventi che ho citato, oggi non esiste quasi più nulla, Taluni sono stati eliminati, superati nella progettazione, ma non evoluti, Taluni hanno trasformato la loro progettualità. Taluni sopravvivono a se stessi, privi di una precisa intenzionalità.
Prima saremo in grado di acquisirne consapevolezza, meglio sarà.
E chissà se 'quel' tavolo di confronto che hanno auspicato i ragazzi del Guernica e che la Curia modenese si dichiara disponibile ad avviare non porti tutti a dei 'buoni consigli' e che la stessa Chiesa non riesca ad esercitare la sua funzione di 'magistra' nei confronti del nostro Sindaco, affinché, dismessi i panni del giudice, voglia mettersi anche lui nella condizione di parteciparvi e contribuire a 'mettere pace' in questa vicenda.
Giovanni Finali
