vversario, delle istituzioni e delle loro rappresentanze, siano esse politiche o religiose, ma alimenta anche odio, rancore, invidia.
E nello stesso tempo lancia un messaggio un accorato appello “ai pastori che non possono lasciarsi travolgere dal frastuono dell’arroganza e chiama a raccolta tutti gli operai della speranza”.
Don Sturzo 100 anni orsono lanciò un appello agli uomini liberi e forti ed esso segnò nel tempo la storia di questo paese.
Nessuna velleità di ripetere il passato ma a fronte della crisi politica, morale e culturale che vive il nostro paese e l’Europa, al fine di ridare nuova linfa alla politica è oggi necessario che cattolici, laici e liberali, democratici, i tanti assopiti in una rassegnazione quotidiana che rischia di diventare ateismo civile, e che si rifugia nell’astensionismo del voto, raccolgano questo appello all’impegno. C’è bisogno di tanti muratori per ricostruire il paese, per avviare una nuova stagione basata sul confronto, sul rispetto reciproco pur nelle diversità, sulla sacralità delle istituzioni, su una comune condivisione di comunità sociale e civile che torna riscoprire il bene comune come valore di tutti.
La desertificazione civile oggi in atto va contrastata è fermata.
È il tempo non della diserzione ma di una nuova responsabilità dei laici.