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Disastro Pd, l'editoriale del giorno prima

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Renzi ha cercato l'appoggio della finanza, dei capitani coraggiosi, ha snobbato il sindacato perché faceva perdere tempo. Ecco il risultato


Disastro Pd, l'editoriale del giorno prima
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Nei prossimi giorni diversi amici che nelle settimane passate mi hanno garbatamente 'sfottuto' per la mia imprudenza nel 'pontificare' anticipatamente sugli esiti della tornata elettorale e per le mie incapacità da vecchio 'politologo', potrebbe essere che, incontrandomi, debbano comunicarmi di essere stati quantomeno frettolosi e superficiali nel considerarmi tale, oppure girarsi dall'altra parte e far finta di non vedermi.

Comunque, va detto che non sarebbe giusto attribuire l'esattezza delle mie previsioni alla mia 'superiore capacità' di osservazione ed analisi della situazione - nulla di tutto questo: in realtà mi é bastato prestare attenzione, forse solo un pò più del solito, a quanto percepito del 'sentimento comune' delle persone incontrate, ai commenti postati sui social ... insomma fare quello che il segretario provinciale del Pd modenese ha recentemente detto essere necessario (ascoltare la gente alle fermate degli autobus, mentre é in fila alla posta o a fare le spesa) .

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salvo poi andare nella direzione opposta.

Poi, fatto questo, rapportare quanto 'ascoltato' alla peculiarità della nostra situazione cittadina che, diversamente da molte altre, gode ancora (ma ormai per pochissimo tempo ancora) del traino di un consenso che più l'oggi premia il passato. E quindi moltiplicarlo ... non poco.

Fatto ciò, non sarebbe stato difficile prevedere che ciò che qui da noi, al momento, è solo uno scricchiolamento, se inserito nel quadro nazionale avrebbe dato gli esiti che, per quanto mi riguarda senza alcuna sorpresa, abbiamo riscontrato questa notte.

Adesso c'é da tessere molta tela. Di Maio ha annunciato che il turno elettorale appena vissuto corrisponde alla nascita della Terza Repubblica. E penso che ci sia da credergli.

Del successo 5stelle, più di ogni altra cosa, apprezzo il fatto che, sottraendo moltissimi voti al PD, ha privato quest'ultimo della concreta possibilità di realizzare l'ipotesi che, per me, era la più pericolosa, cioè una coalizione 'politica' fra FI (& annessi) e PD (& annessi).

La sinistra-sinistra ... nessuno se n'abbia a male ... non ha affatto convinto e non credo che ciò sia avvenuto per la 'carenza' delle sue idee e dei suoi valori, bensì perché non ha trovato il coraggio di declinarle (vedi nelle maggioranze locali) e neppure la coerenza per farlo - non ha saputo neppure trovare le candidature 'credibili' e, anziché proporre persone oggettivamente fuori dai giochi personalistici di palazzo, ha scelto invece 'vecchi cavalli di battaglia' (ormai desueti) sonoramente bocciati dal voto maggioritario e salvati (purtroppo) dal proporzionale. E, per conto mio, si tratta di presenze troppo ingombranti per prevedere positivi futuri.

Non commento, come noto, per totale mancanza di elementi di conoscenza diretti, essendo 'ambienti' che non frequento, i riscontri ottenuti dalla destra, tranne che non mi tranquillizza per niente l'affermarsi (relativo, che può apparire molto rilevante solo nel rapportato al disastro del PD) della Lega.

Ho lasciato per ultimo il PD perché credo di aver speso ormai, fra social ed articoli, una più che consistente mole di osservazioni critiche che, evidentemente, il voto dimostra non erano solo 'mie'.

Scrivo questa nota prima della conferenza stampa del segretario del PD, mentre i media si stanno interrogando sulle eventuali sue dimissioni. Adesso che è diventato senatore .. potrebbe anche essergli possibile farlo. In realtà però questo dubbio non mi appassiona, perché, seppure non mi sia mai limitato nel criticarlo, non ho alcun dubbio che la debacle di quel partito non sia tutta colpa di Renzi. Sono fra coloro che hanno sempre pensato, ad esempio, che non sia stato Renzi a creare il renzismo, inteso come smania di potere, decisionismo esasperato, frettolosità nelle decisioni e demonizzazione del dissenso (interno ed esterno) bensì che sia stata la ricerca di molti di impossessarsi di queste caratteristiche a produrre la sua 'conquista' del partito e, si pensava, anche dello Stato.

Renzi ha cercato l'appoggio della finanza, dei capitani coraggiosi, ha snobbato il sindacato perché faceva perdere tempo ... ha cercato di circondarsi di fedelissimi, trovandone non pochi che, per ambizione personale, non hanno certo contrastato questa deriva.

Anche qualora Renzi dovesse dimettersi (ma non credo che lo farà) ciò che del PD rimarrebbe non sarebbe diverso da quello che è ora. Anche i tanti esclusi non saranno sufficienti, a mio avviso, a modificare radicalmente 'l'asse politico' di quanti (come capita nella nostra Modena) intendono l'amministrazione ed il governo della cosa pubblica come fosse quella di un feudo esclusivo o come l'a,d, di un'azienda. Quando affermo ciò, penso, sempre ad esempio, ad un Franceschini che, ad una settimana o poco più dalla scadenza del suo incarico ministeriale, si sente autorizzato a nominare diversi dirigenti ... suoi conterranei. Ed ai tanti come lui.

Renzi o non Renzi, credo che il problema di quel partito sia quello di dimostrare di aver imparato dalla lezione oppure chiudersi a riccio, ormai solo nei luoghi in cui amministra le città.

A questo proposito, però, di ciò che deciderà e potrà accadere non ho la capacità di prevedere alcunché ... e questa mia lacuna mi costringerà ad essere meno spocchioso con quegli ex-sfottenti amici che mi capiterà d'incontrare.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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