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Ha destato sorpresa e interesse l’inattesa ‘uscita’ polemica su Facebook di Simone Tosi, portavoce del sindaco di Carpi Alberto Bellelli, nei confronti del suo partito, il Pd.
Senza mai citarla personalmente, Tosi ha messo sotto accusa la segretaria carpigiano del Pd, Daniela Depietri, con una serie di esplicite accuse politiche: ritardo nella predisposizione del programma elettorale per le amministrative di primavera, ritardo nella scelta tra primarie di partito o di coalizione, nessuna iniziativa concreta per creare una coalizione indispensabile per vincere il Comune visto che il Pd non è più autosufficiente, come ha dimostrato cinque anni fa quando fu costretto al ballottaggio, verifica sulla reale volontà degli attuali alleati di giunta di restare ancora nella maggioranza di sinistra, visti i tanti mal di pancia.
Altro che i pomposi annunci di “incontri pubblici, di dialogo con la città, di ascolto dei cittadini e di confronto con le altre forze politiche di sinistra”, come ha sbandierato negli ultimi tempi Daniela De Pietri, iniziative che pare non abbiano né coinvolto né entusiasmato l’elettorato del Pd. Al punto tale da fare invece dire a Tosi che “siamo in alto mare, con un gruppo dirigente che non ha saputo fare sintesi visto che non c’è’ stata sinora nessuna iniziativa di coalizione, in preoccupante ritardo, bloccato dalle liturgie sui destini dei singoli dirigenti, invece che pensare cosa fare per vincere le prossime elezioni, visto che Carpi è diventata contendibile”.
E a testimoniare le difficoltà interne esistenti, stanno le tante candidature emerse sinora come candidati sindaco, da Giovanni Taurasi a Stefania Gasparini, da Riccardo Righi alla stessa Daniela Depietri ed altri.
Un partito che a Carpi si è ulteriormente diviso al suo interno a seguito della elezione della Schlein a segretaria nazionale, visto che gli iscritti non l’hanno votata preferendole il presidente della Regione Bonaccini.
Ma il diffuso malcontento della gente deriva anche, come scrive il settimanale Voce, “dal lassismo nella manutenzione, nell’ordine e nella pulizia della città” e per una giunta comunale che continua ad operare a scapito del verde e dell’ambiente come testimoniano i continui insediamenti di nuovi supermarket di multinazionali che significano altro cemento e asfalto e un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita della rete dei negozi storici e tradizionali del centro cittadino lasciati soli coi loro problemi e di fronte ad una crescente malavita.
Dunque una Carpi contendibile come non mai, di fronte al malcontento dei carpigiani per una realtà cittadina peggiorata sia economicamente che nel suo tessuto sociale e civile, una città frustrata, stanca, impaurita, con una delinquenza diurna e notturna crescente, con ritardi nella conclusione di opere e interventi pubblici promessi da anni, a fronte di errori politico-amministrativi strategici come quello deciso dal sindaco Bellelli a vantaggio di Hera che ha diviso ulteriormente il Pd al suo interno con sindaci del Pd contro altri sindaci dello stesso partito e col segretario provinciale Solomita costretto sulle braci ardenti.
Si avverte insomma sempre più l’esigenza di un rinnovamento, di una modernizzazione, di una discontinuità nel modo di amministrare la città, di un ricambio di classe politica che sin dal 1946 proviene sempre dallo stesso partito e che vede e ha visto compagni di viaggio, come i Verdi o come Carpi 2.0, che non hanno portato energie e idee nuove per fare uscire Carpi da un continuo lento ma inarrestabile declino, da una marginalizzazione politica e istituzionale a livello provinciale e regionale, come ha osservato anche il settimanale Tempo. La direttrice del quale, Sara Gelli, è arrivata a scrivere che “a Carpi non resta più niente da difendere”. Perchè, aggiungiamo noi, ha perso anche il proprio Vescovo che aveva da secoli, dal 1779.
Cesare Pradella
Redazione Pressa
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