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Il San Filippo Neri e gli asini che svolazzano

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Per essere chiari, oggi il testimone della querelle è decisamente nelle mani della Lega modenese e regionale che chiede ai responsabili delle 'spiegazioni'


Il San Filippo Neri e gli asini che svolazzano
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'La Politica, negli ultimi tempi, é molto cambiata', 'non esistono più le ideologie' e le persone creano i propri convincimenti di volta in volta, senza riferirsi più di tanto alle opinioni dei Partiti ed alle indicazioni dei loro leader. A forza di sentir ripetere queste affermazioni alla radio ed in tv e a forza di leggerle sui giornali, commentate da più o meno illustri politologi e sociologi, comincio a pensare anch'io che siano proprio vere.

Insomma, per dirla a modo mio, oggi la storiella degli asini che quando ne hanno voglia riescono a svolazzare (ndr. per quei pochi che non la conoscessero la riporto interamente in calce) non potrebbe più 'funzionare' e non sarebbe più credibile.

E, probabilmente, anche se queste nuove condizioni e questo nuovo modo di rapportarsi con i partiti scombussolano parecchio il quadro politico, può essere che si tratti di una situazione di maggior maturità civica che potrebbe produrre.

quando le forze politiche impareranno ad assecondarle, una più fedele rispondenza (e corrispondenza) delle loro scelte ai reali e concreti bisogni dei cittadini.

In parte, osservando il quadro nazionale, parrebbe di poter cogliere i primi segnali che ci si sta avviando in quella direzione, con più o meno convinzione e più o meno obbligo di necessità, mentre mi pare di essere indotto a pensare che qui nella nostra città le cose non vadano ancora cosi.

Venendo, ad esempio, alla polemica che in questi giorni continua ad essere sotto i riflettori, quella che ha a che fare con la gestione della Fondazione San Filippo Neri, ciò che le notizie di stampa lasciano trapelare, ma che ancor più delle notizie di stampa, a farlo sono 'le presenze' ed i commenti sui social, è una situazione di arroccamento di talune forze politiche che, più che nel merito specifico delle questioni che sono state sollevate, evidenziano invece una querelle (più o meno alla luce del sole) di appartenenza partitica dei principali protagonisti.

Della serie: Caio é 'uno dei miei' e quindi lo difendo a prescindere, anche, come risulta in questo caso, scegliendo di tacere, di girare lo sguardo altrove, di minimizzare tutto. Oppure il suo esatto contrario: 'non é dei miei, quindi ha senza ombra di dubbio sbagliato tutto'.

E poi, e questo, secondo me, é ancora più 'grave', vi é chi si sente autorizzato ad attribuire presunte 'patenti di appartenenza' a partiti o addirittura di volontà propagandistiche, a chiunque, venuto a conoscenza dei particolari della vicenda, decide di schierarsi apertamente, anche se lo fa del tutto indipendentemente dalle patenti di cui sopra. Ed inoltre lo fa, come capita nel mio caso che mi vede molto partecipe a questa questione, perché, essendo un 'tecnico' della materia oggetto dei fini statutari della Fondazione stessa, ha potuto aver modo di accorgersi che ci sono carenze, sviamenti. incongruenze e 'confusioni' che, se aprioristicamente negate per le ragioni di cui sopra, diventano anche molto colpevoli.

Ma c'é anche un'altra condizione che, sempre a mio avviso, evidenzia, se non addirittura una malafede interessata, quanto meno una forte miopia ed immaturità politica... cioè quella di voler attribuire a tutti i costi e soprattutto in assenza di qualsiasi elemento a supporto, a chiunque 'si schiera' a favore di un approfondimento conoscitivo, la determinata volontà di aderire, senza se e senza ma, ad una delle forze politiche che 'cavalcano' la polemica, e che avanzano lo stesso tipo di richiesta, quest,ultime fors'anche per ragioni partitiche e strumentali.

Per essere chiari, oggi il testimone della querelle é decisamente nelle mani della Lega modenese e regionale che chiede ai responsabili delle 'spiegazioni'. E quindi, con un sillogismo inesatto, di cui lo stesso Aristotele si vergognerebbe, chiunque 'concordi con quella richiesta diventerebbe automaticamente un leghista.

Il ché, se volessimo proseguire nella logica del sillogismo inesatto, ci porterebbe a sostenere che non é possibile concordare sulle idee, valutandone il merito, senza correre il rischio di vedersi attribuite appartenenze specifiche a chi le sostiene a livello politico... accettando, per di più, che per non dover correre quel rischio, dovremmo confutare ogni e qualsiasi idea che sia stata partorita all'interno di una componente partitica diversa da quella in cui ci riconosciamo.

Può essere? Io credo... decisamente no e mi riservo, come ho sempre fatto, di mantenere il pieno e totale diritto di valutare idee e proposte da ogni parte provengano (fascisti esclusi).

E, nel caso in oggetto, continuo a credere che sia oltremodo necessario far luce e poi assumere le decisioni più adeguate.

ndr. Ecco la storiella. 'Ughetto torna a casa da scuola e, incontrando il padre, elettrizzato com'é gli chiede se lui é a conoscenza che 'gli asini volano'. 'Mo và là, Ughetto, chi ti racconta queste sciocchezze' risponde indispettito il papà. E Ughetto 'ma papà, ce l'ha detto e ripetuto più volte la nostra maestra a scuola'. Dal ché il papà, memore del fatto che la maestra, oltre ad essere l'insegnante del figlio è anche segretaria della sede locale del partito in cui lui stesso milita più che convinto: 'Beh... Ughetto... volano... magari quando vogliono svolazzano'.


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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