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La nuova sinistra a Modena. Vizi pubblici e private virtù

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Quando si sono prese le distanze da un partito, non può essere che si perseveri nel sostenerlo


La nuova sinistra a Modena. Vizi pubblici e private virtù
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Nella mattinata di giovedì scorso, con una conferenza stampa, qui a Modena, MDP art.1, Per me Modena, Sinistra Italiana, Possibile e IDV hanno comunicato la decisione di compiere un'ulteriore passo nel processo di unificazione delle tante componenti della sinistra che si pongono in alternativa al PD renziano. Hanno anche annunciato che, per unire le loro forze, sabato 25 novembre si terrà un'Assemblea provinciale di Fondazione del nuovo soggetto politico.

Queste notizie sono state pubblicate in anteprima da questo quotidiano che sta accogliendo, per un'ennesima volta, le mie osservazioni e subito hanno suscitato molte reazioni, riportate sui social, con un evidente impegno cui anch'io non mi sono sottratto.

Con le stesse caratteristiche di 'attuale apolide della sinistra' con le quali Massimo Mezzetti si é definito in un suo commento, ripreso da questo giornale, anch'io mi sono posto come osservatore non partecipe (finora) di questa nuova situazione, non nascondendo, tuttavia, anzi mostrandomi  più che soddisfatto che una tale circostanza 'unitaria' (seppure, a mio avviso ancora non sufficiente, perché 'lascia fuori' altre componenti storiche della sinistra diffusa) si sia potuta concretizzare e che mi abbia costretto a mandare in soffitta il pessimismo, con cui, lo confesso, guardavo a questa possibilità.

L'ho scritto, con chiarezza su facebook e mi sono anche 'permesso' di pensare di ipotizzare delle conseguenze coerenti con questo accadimento.

Una siffatta e definitiva  'rottura' con il PD da parte di alcuni, MDP ed ex-SEL e l'inserimento nel nuovo raggruppamento di componenti per le quali quello stesso partito non era mai stato visto come un punto di riferimento, per me Modena, SI, IDV, mi hanno indotto a pensare che questo nuovo soggetto, come naturale esito del processo in corso, avesse anche deciso di 'uscire' dalla maggioranza del nostro Comune, che nel PD ha il suo asse di riferimento, nonché da tutte la maggioranza cui partecipa nella nostra Provincia.

Mi si potrà dire tutto ciò che si vuole: che il mio pensiero ha accelerato delle scelte considerate ancora premature, che c'è necessità di approfondire, che di questo tipo di notizie ne basta una al giorno, che la fretta é una cattiva consigliera e via di questo passo. Ma sfido chiunque a contestarmi la logicità coerente del mio pensiero e a dimostrarmi che, oltre ad una svista logica, si tratti di un errore politico.

Per parte mia, sarei portato a pensare, data l'oggettività dei fatti, che ciò sarebbe impossibile, specie se il confronto potesse avvenire con calma e tranquillità e con spazi dialogici equivalenti. Tuttavia, lo stesso giovedì della conferenza stampa, nel pomeriggio, ai margini dei lavori consiliari, alcune velocissime chiacchierate con qualche rappresentante del nuovo soggetto, nonché una, meno articolata ma più veemente, con l'assessore Andrea Bosi, casualmente occorsa nel corridoio, che ha preso spunto da quanto avevo scritto sul social un'oretta prima, mi hanno indotto a dovermi ricredere, perché già c'è chi non la pensa così, che, ritiene, cioè, che il nuovo soggetto 'debba' restare nell'attuale posizione di sostegno all'attuale maggioranza e che sarebbe 'un suicidio' politico (non ho capito di chi) se così non fosse.

Ottimo. Già all'atto della sua costituzione, ho pensato, questo nuovo progetto, dovessero confermarsi quest'ultime valutazioni, nasce nell'ambiguità dell'incoerenza. E sbalordisce per la sua incapacità di tradurre in fatti ed atti concreti la forza delle parole che pronuncia.

Provo ad esprimere meglio ciò che penso.

Credo che la cosa che più è risultata indigesta a Bosi, sia stata che, pur senza fare diretto riferimento a lui, avevo chiosato il mio post con un richiamo al fatto che ritenevo dovuto quel tanto di sacrificio personale che le scelte di uscire dalle diverse maggioranze in provincia avrebbe potuto comportare per alcuni ... ed anche per lui, quindi. E credo di avere inteso bene, tant'è che, non so quanto scherzosamente, ha paragonato questa mia opinione alle richieste medievali di mandare qualcuno al rogo. E, per fortuna, non ha citato le purghe staliniane.

La mia idea, da sempre, e chi mi conosce lo sa, é che la Politica la fanno le Persone. Ma anche che la Politica non debba essere, né ridursi ad un fatto personale. E chi l'ha voluta intendere, l'ha intesa. Simpatie, antipatie, cordialità e alterigie, riuscendo a farlo, non devono incidere.

Non mi sto a soffermare sulle ragioni che mi portano a sostenere la coerenza di una scelta  di chiudere una stagione politica se ci si dichiara 'alternativi, a chi l'ha determinata e condotta.

Se la si é fortemente criticata. Quando si sono prese le distanze da un partito, ma soprattutto se gli si rimprovera la ricerca di 'accordi sottobanco', di alleanze al solo scopo di mantenere o acquisire spazi di potere, poltroncine comprese etc. non può essere che si perseveri nel sostenerlo. Non credo che siano necessarie altre parole.

Utilizzo, invece, un pò di spazio per chiarire le ragioni che mi fanno immaginare che, se il nuovo soggetto non dovesse attuare, oltre a tutto ciò che sta facendo (elaborare un progetto politico dettagliato cui faccia seguito un programma strategico, la definizione delle proprie priorità etc.)  anche e contemporaneamente la scelta di uscire dalle maggioranze .. beh.. per quel che conosco della nostra Città e dei miei Concittadini, mi sento di dire che questo nuovo soggetto non sarebbe 'capito' .. per stare sul leggero... e non avrebbe alcuna possibilità di ottenere un positivo riscontro, neppure elettorale.

Forse potrebbe attrarre 'qualcuno' del passato zoccolo duro, qualche militante delle Feste dell'Unità e frequentatore delle bocciofile (e, sia ben chiaro, io guardo a queso tipo di Persone con enorme rispetto ed affetto). Ma, immagino che ciò non potrebbe avvenire in misura tale da  rendere determinante un ruolo che modifichi l'attuale situazione, che viene denunciata, di inefficacia politica della sinistra nei nostri territori.

Queste considerazioni le ho fatte presente ai miei frettolosi interlocutori. E tutti mi hanno risposto, in maniera tale da avermi indotto a pensare ad un precedente accordo, qualcosa del tipo 'ma se  noi usciamo dalla maggioranza l'Amministrazione crolla'.

Allora, per conto mio e per quanto ne so, a parte la valutazione che se ciò dovesse avvenire sarebbe positivo o negativo, ciò non è detto, né scritto sulle tavole della legge.

È o dovrebbe essere noto che é consentito ad un'Amministrazione di mantenere i suoi compiti fino a quando ottiene dal Consiglio comunale la maggioranza dei suoi voti e non dal numero dei componenti delle diverse forze politiche consiliari che la compongono ... e ciò altrove é già avvenuto e avviene. Quindi, l'uscita dalla maggioranza del nuovo soggetto non comporterebbe automaticamente la caduta di Muzzarelli. Da questa considerazione potrebbe prendere il via tutta una serie di riflessioni sulla significatività che ne deriverebbe dalla ricerca del sostegno e sulla rilevanza contrattuale che non potrebbe che aumentare.

Va bene, mi è stato riconosciuto. Ma il sindaco non accetterebbe mai di restare alla guida di un'Amministrazione che lo dovesse costringere a 'confrontarsi' con altri, nel caso quest'ultimi non la pensassero come lui. E quindi si dimetterebbe, dovremmo andare alle elezioni e ... udite, udite ... consegneremmo la Città alla destra. Lo riscrivo perché non sfugga 'consegneremmo la Città alla destra'.  Rieccolo, lo spauracchio della destra che torna per colpa della sinistra e la totale innocenza del job act, dell'art.18, della buona scuola, del familismo politico e delle banche, dello sblocca-Italia, dello stile autoritario, del referendum costituzionale, degli accordi con Verdini, in regione, da noi, della legge urbanistica etc.etc.

Ma poi, come può essere?  Pensarla in questo modo significa essere convinti che quest'Amministrazione ha talmente tanto scontentato i suoi amministrati, non ne ha compreso le esigenze, non ne ha risolto i problemi ... tanto da credere che sarebbe clamorosamente punita all'atto di rinnovarle il consenso. Ma chi crede che le cose stiano in questo modo, può credibilmente continuare a sostenerla?  Per di più evitando di cercare di migliorarla, anche condizionandone oculatamente le decisioni? visto che non ha i numeri per farlo?

Sabato pomeriggio, da invitato, parteciperò all'Assemblea di Costituzione di questo nuovo soggetto e proverò anche a dire la mia. Porrò, se possibile, questi interrogativi anche in quella sede, Ed ascolterò con attenzione le risposte, se ce ne saranno.

Comunque non vorrei che il titolo che ho voluto dare a questa nota, invertendone la consueta tesi, o intendendo significare che 'in pubblico ci si comporta con ossequio e ortodossia (che, per me sono vizi)' mentre 'in privato si fanno i migliori e più virtuosi. intendimenti (che per me sono le virtù)' dovesse diventare il deludente  paradigma anche della rinata speranza che questa novità potrebbe provocare.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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