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L'ombra dello scorpione: tra Stephen King e il Covid

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Ma Stephen King non immaginava di certo che la sua fantasia narrativa sarebbe diventata realtà 40 anni dopo


L'ombra dello scorpione: tra Stephen King e il Covid
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Con una felice intuizione, il commercialista modenese e studioso di problemi economici Franco Rabitti ha fatto un singolare parallelo tra l'epidemia derivata da un misterioso virus sfuggito da un laboratorio segreto, descritto dallo scrittore Stephen King in un libro del 1978 dal titolo “L'Ombra dello scorpione”, e la drammatica realtà della epidemia che sta imperversando in tutto il mondo a causa del Covid. Con le dovute proporzioni sulle conseguenze del numero delle vittime tra fantasia e realtà.

“Una epidemia che ha paralizzato le attività economiche con conseguente aumento della povertà, fatto cambiare le abitudini, costretto la gente a casa, chiuso le scuole - scrive Franco Rabitti in un commento – costringendo a scelte difficili come chi vaccinare per primi, se cioè privilegiare la salute a scapito della produzione.

Ma Stephen King non immaginava di certo che la sua fantasia narrativa sarebbe diventata realtà 40 anni dopo, che vede ora un Paese allo stremo, fermo da un anno, con la chiusura di teatri, cinema, musei e scuole ma, soprattutto, con tanti morti in Italia ma anche in provincia di Modena. Una tragedia insomma. E davvero qualcuno avrebbe immaginato – aggiunge Rabitti – che la popolazione avrebbe potuto accettare disciplinatamente una situazione del genere, con un 'parterre' politico e una gestione nazionale e locale della pandemia dimostratasi assai modesta e così impreparata e incerta? E allora noi cittadini ci meritiamo un plauso per esserci comportati bene e attendiamo ora che chi ci governa faccia quanto dovuto per farci uscire da questo incubo”.

Ma lasciato lo 'Scorpione' alla fantasia di King, parliamo oggi della decisione di Draghi di una riapertura parziale di talune attività come quella della ristorazione, decisione che lui stesso ha definito “un rischio calcolato” per venire incontro alle giuste proteste dei gestori di queste attività colpite da un troppo lungo lockdown non sempre compreso perchè presenta evidenti contraddizioni. Un messaggio di fiducia e di speranza, questo, per il futuro di un Paese stremato che diventa una necessità dopo un anno durante il quale è andato tutto male, con troppi errori e ritardi e troppi morti e perchè ci siamo fatti trovare impreparati a fronteggiare la prima epidemia, poi la seconda e ora anche la terza, con scelte sbagliate come quella dei banchi a rotelle e dei monopattini, con la mancanza iniziale delle mascherine, poi dei ventilatori e successivamente dei reparti ospedalieri attrezzati ad ospitare i contagiati e con una serie di decisioni che il governo Conte poteva e doveva adottare prima per cercare di contrastare il diffondersi della pandemia. E per ovviare a questi ritardi Draghi ha deciso di sostituire alcuni ministri del governo Conte e alcuni dirigenti della task force anti-Covid. Determinando dunque un ritorno al primato della politica prima mortificata perchè dipendente dalle decisioni del Cts e ora col prevalere delle tesi 'aperturiste' delle attività rispetto alle teorie del 'rigore e delle chiusure' tanto caldeggiate dal ministro Speranza.
L'ora del rinnovamento e del cambio di passo, insomma, anche se ancora timido, con la consapevolezza tuttavia che la ricchezza lasciata per strada nessuno ce la darà più, con settori devastati, disoccupazione in aumento, povertà crescente, categorie sole e abbandonate. Altro che gli slogan qualunquistici e demagogici del tipo “andrà tutto bene, ce la feremo, ne usciremo meglio di prima, nessuno sarà lasciato solo”, come andavano ripetendo noiosamente e propagandisticamente i nostri amministratori locali, dai sindaci al presidente della Regione. Resta ora in tutta la sua drammaticità l'interrogativo su quali siano le strategie per il futuro e per la ripresa economica elaborate da chi ci governa a Roma, in Regione e a Modena, cosa fare e come e quando intervenire a sostegno dei comparti produttivi ed economici maggiormente in difficoltà. Su queste scelte misureremo le loro capacità di governo della cosa pubblica.

Cesare Pradella

Cesare Pradella
Cesare Pradella

Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque..   Continua >>


 

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