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Primarie Pd? Unico risultato è la rottamazione di Renzi

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E i Ds possono esserne felici e sperare in altri cinque anni d'incontrastato uso del potere locale come hanno fatto in questa legislatura


Primarie Pd? Unico risultato è la rottamazione di Renzi
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Romano Prodi si è presentato alle Primarie con un videoappello, e dopo il voto ha dichiarato: 'E' arrivato il momento di dire basta. E di reagire'.

Basta? Basta della sua sciagurata politica dall’IRI all’Euro? Basta regali come quelli fatti quando diede le autostrade ai Benetton? Lui la suona? Noi la cantiamo. “Un esercito di ‘Prodi’?”. Ne è bastato uno. “Se il mio sogno si avverasse ” (Aida), toglierei dalla politica “L’ultimo avanzo d’una stirpe infelice”. (Lucia di Lammermoor).

Oltre un milione e mezzo di cittadini è andata a votare per la scelta del candidato alla segreteria del Pd. C’è una piccola crescita di partecipazione rispetto al 2017 e un consistente calo sul 2013. E’ difficile comprendere il motivo di tanta felicità. Le primarie possono avere un valore se il confronto avviene in base a reali differenze politiche tra candidati.

In questo caso sono state una specie di conta tra gruppi di potere che si combattono da anni all’interno dello stesso partito. La scelta non è stata sui programmi e sulla posizione politica dei tre candidati in gara. Il pubblico di massa, iscritto o no che sia al Pd, tende a preferire il più noto, o il più telegenico. Quando il Pci aveva le sezioni diffuse sul territorio, il voto era orientato da dirigenti e funzionari, ma un minimo di dibattito nel merito della politica si svolgeva. Oggi che le sezioni sono quasi scomparse, la comunicazione, e quindi la scelta, passa attraverso elementi che non comprendono approfondimenti.

Il vero risultato di queste primarie è l’archiviazione dell’ex segretario rottamatore, ora rottamato, Matteo Renzi. Nonostante ciò egli sostiene di avere salvato il Pd dal M5S, e continua a dare segni d’impazienza.

L’esordio delle primarie Pd avvenuto nel 2007 ha avuto quasi tre milioni e mezzo di partecipanti. Rappresentò un momento di vera partecipazione popolare. Quel successo ha prodotto cinque anni di cambi del segretario Pd, scissioni, scomparsa di volti noti e l’assenza di una seria politica di riforme. Lasciamo stare per un momento gli scandali, le banche e altre nefandezze, e vediamo, comunque, che non sono riusciti a dare sicurezza con misure di ordine pubblico efficaci; a dare certezza della pena; ad arginare l’immigrazione (ed è ridicolo appellarsi agli ultimi mesi di Minniti), anzi, l’immigrazione con le sue false cooperative, è passata da uno scandalo all’altro; così come non sono riusciti a creare lavoro; a frenare il debito pubblico, e l’elenco potrebbe continuare. Eppure quelle primarie segnarono un entusiasmo contagioso.

Polemiche sulle norme che regolano un voto che apre le porte a tutti, in passato ce ne sono state molte e in modo particolare al sud. Le lotte intestine al Pd, diviso tra la parte più di sinistra, l’area cattolica, e gli interessi di entrambi, hanno lacerato per anni, fino a modificarla, l’anima di un partito che ha sviluppato i suoi cromosomi originali dentro una sinistra che aveva un solo nome: Partito Comunista Italiano. Il paragone di queste primarie con quelle americane che ogni tanto salta fuori è improprio. In quel paese le primarie sono regolate per legge, indipendentemente dai regolamenti dei singoli partiti. Ogni Stato fissa le sue regole. Le primarie americane valgono per diversi tipi d’incarichi, dalle contee fino al candidato alla presidenza degli Stati Uniti. L’esito delle stesse ha vincoli di legge, e sono elezioni che portano alla scelta dei delegati alla convention. Nulla a che vedere con quelle italiane del Pd.

Per quanto riguarda gli 11mila voti espressi a Modena in quest’occasione, è necessario considerare che la città sta vivendo da molti anni una difficile situazione amministrativa che con Muzzarelli ha toccato il fondo. Se la felicità per la partecipazione dei modenesi a questo tipo di voto vuol dire un buon auspicio per la riconferma dell’attuale sindaco alle prossime amministrative, è bene che tutti sappiano, a cominciare da liste come Modena Volta Pagina, i Verdi, o quella probabile dell’ex assessore Tesauro, e le altre che si aggiungeranno, che tutto ciò che è stato motivo di scontento, anche in tanta parte della sinistra, troverà fattiva realizzazione: la cementificazione di Vaciglio in primis; i Chioschi del parco; il Progetto Sant’Agostino (e tanto per restare in ambito culturale, la Fondazione Arti Visive rimarrà quell’ibrido che è); le mostre d’arte non ne parliamo; il Salotto Aggazzotti continuerà a proporci i soliti sottoprodotti; il centro storico riceverà il colpo di grazia; l’immigrazione (lo conferma quanto uscito di recente sul San Filippo Neri) continuerà a costituire un serio problema amministrativo; l’ordine pubblico manterrà i cittadini nell’insicurezza; le cooperative beneficiate continueranno a spadroneggiare; i presidenti delle stesse, condannati (vedi Casari) potranno mantenere il loro ruolo di riferimento verso un mondo che è passato dagli ideali agli affari; la stampa locale continuerà a propinarci la sua finta opposizione con giornalisti chiamati a ricoprire incarichi dalla stessa amministrazione alla quale in teoria dicono oppositori; e altro ancora.

Il nostro Pericle (Muzzarelli), a differenza di quello vero che aveva ben altra idea dell’uso del potere, potrà chiamare a raccolta all’Osteria di Massimo Bottura, i suoi “amici” per altri cinque anni e affidare loro incarichi per centinaia di migliaia di euro per chiamata come ha fatto con Marco Panini, Marco Miana ed Emilio Mazzoli. Se l’esito delle primarie vuol dire questo, i Ds possono esserne felici e sperare in altri cinque anni d’incontrastato uso del potere locale come hanno fatto in questa legislatura. Tutto alla faccia delle minoranze che non sono state capaci di essere vera opposizione. A cominciare dai 5 Stelle che almeno a Modena, vera opposizione non hanno mai voluto esserlo. Anzi, addirittura hanno inventato il voto favorevole a Muzzarelli definendolo di “cortesia istituzionale”. Così, quando la maggioranza non è in grado di rendere esecutiva una delibera perché c’è chi va a spasso, o se ne frega del suo dovere di rimanere in aula, s’illuminano le stelle, e con la potenza del cielo e la terrena manina fatata degli stellati, arriva il loro voto favorevole che salva gli sfaccendati della maggioranza Muzzarelliana dalla vergogna. I rimanenti del Pd rimasti in aula applaudono il movimento del vaffanculo, e la parte “rossa” della città ringrazia.

Adriano Primo Baldi


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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