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I ragazzi di Qui si taffia hanno dato una lezione di ottima comunicazione in piena emergenza coronavirus. Normalità e solidarietà gli ingredienti vincenti. Tutto nasce qualche sera fa, al termine di una cena incredibile alla Francescana. Massimo Bottura ha confessato ai ragazzi che anche il suo ristorante aveva registrato alcune disdette. Tornando a casa, a Bologna, alcune riflessioni. Se anche uno dei migliori ristoranti al mondo è stato colpito dalla fuga di clienti impauriti, chissà tutti gli altri. Così l'idea della challenge. Condividi i tuoi locali preferiti su Instagram. Il successo pressoché immediato.
Ne ho parlato con
Gianmarco Grazia, uno dei tre ideatori di Qui si taffia. Tutti di Bologna. Una forte solidarietà, tipica degli emiliani, ma anche di tutti gli italiani, è secondo Gianmarco, la chiave del successo. Unita ad una voglia di normalità, di uscire a cena fuori, di sana convivialità.
Da questa nuova sfida, ne usciremo ancora più uniti. Tutti insieme, senza l'aiuto di nessuno. Le condivisioni sono state migliaia, tantissimi messaggi da parte dei ristoratori, tutti grati a Qui si taffia, ed entusiasti. Per Gianmarco, sono ancora tutti storditi, nessuno ha pensato a come reagire. Ora la sfida reale è convertire le condivisioni in prenotazioni, in coperti.
Il format della challenge si sta diffondendo, proprio come il corona virus, a Modena, a Firenze, a Reggio Emilia. Quando la comunicazione è fatta bene funziona. Nessuno ha fatto meglio di loro, Gianmarco Grazia, Alex Martini e Filippo Bigalli sono stati bravissimi. Ora vediamo che succede, virus e ordinanze permettendo.
La comunicazione in questi giorni è stata un disastro, ora la politica lasci fare a chi ha veramente buone idee e si faccia da parte. La preoccupazione di imprenditori, lavoratori sta aumentando. Le risposte a questa surreale situazione possono nascere solo a tavola, tra amici.
Stefano Soranna