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Se dovesse rivincere il Pd si rafforzerebbe: sarebbe una sciagura

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Serve un Civismo di chi crede che si debba fare politica non solo il giorno dell'elezioni, di chi vuole impegnarsi per la comunità


Se dovesse rivincere il Pd si rafforzerebbe: sarebbe una sciagura
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Non si sa ancora come andrà a finire il prossimo turno elettorale, mai tanto incerto nella nostra città come oggi, ma, indipendentemente da chi vincerà le elezioni, i prossimi cinque anni potranno vedere dei significativi cambiamenti.

Nel caso, alla resa dei conti, il Pd dovesse tornare a prevalere, penso proprio che potremo assistere un un robusto consolidamento del suo 'sistema dominante'. Penso, infatti, che se nonostante tutto lo scontento e la stanchezza che l'attuale amministrazione ha provocato in ampi settori della nostra comunità, se nonostante i tanti 'errori' di prospettiva che ha commesso in questi ultimi anni, se nonostante l'affaticamento che ha provocato e la 'protervia' gestionale del nostro sindaco, del tutto incapace di confrontarsi con una città propositiva e critica, ma solo con le platee inquadrate in un preventivo ed organizzato consenso.

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Se nonostante tutto ciò, che é stato regolarmente evidenziato anche dai media non irregimentati, quel 'sistema' dovesse essere confermato, la reazione potrebbe essere, da parte di quel partito, di uno sconfinato senso d'onnipotenza.

Confermato alla guida dell'amministrazione, per le più svariate ragioni (convenienza o convincimento che sia, mancata o 'organizzata' informazione posseduta...) chi rappresenta istituzionalmente quel partito avvertirebbe un rafforzamento della sua strategia, un importante senso di rafforzamento che potrebbe addirittura allentare le sue pur timidissime aperture sulle tematiche ambientali degli ultimissimi giorni, proclamate come una vera e propria rivoluzione per recuperare un consenso dubbioso.

Al solo pensare a questa ipotesi, credo che a molti vengano i sudori freddi.

Anche a me, con loro, questa prospettiva, pur improbabile, non sfugge ed anzi, al contrario, motiva ancor più, insieme alle tante altre ragioni, il convincimento che sia ultra necessario un netto cambiamento amministrativo e che alla sua doverosa urgenza si debba sommare l'impegno di tutti coloro che condividono questa analisi della situazione, per far sì che 'le cose cambino', mettendosi in gioco fin dall'inizio del prossimo anno, che segnerà l'avvio vero e proprio della campagna elettorale.

Già nelle ultime settimane, tutti i ragionamenti che mi è capitato d'ascoltare, cosi come tutti quelli in cui sono stato coinvolto, pur differenziandosi per argomentazioni e contenuti, si sono trovati a concordare che l'impegno prioritario, fatte salve le condivisioni programmatiche, dovrà essere quello di formare un raggruppamento di 'soggetti politici' che, detta brutalmente, possano riscontrare un consenso elettorale tanto ampio e diffuso da potersi presentare al ballottaggio (ormai dato per certo) con credibili possibilità di competere alla pari (o quasi) e vincere al secondo turno.

Gli ultimi cinque anni di questa amministrazione, vuoi per lo stile gestionale e dirigistico del sindaco, l''ineffabilità' della Giunta e l'inconsistenza del dibattito consigliare, hanno evidenziato, molto di più che in passato, che un semplice ruolo di rappresentanza (e testimonianza) istituzionale d'opposizione 'non serve a niente'. Non riesce, cioè, nonostante l'impegno profuso ad incidere neppure in minima parte nelle scelte della Giunta, saldamente guidata dal sindaco.

Per esempio, su specifica richiesta, ho condotto una piccola ricerca (non proprio scientifica) per verificare 'se' e 'quante volte' un dibattito consiliare abbia potuto, negli ultimi quattro anni, apportare delle modifiche significative alle delibere ad agli atti della Giunta. Se troverò il tempo per curarne la pubblicazione, potranno essere riportati molti 'dati' nel dettaglio, ma qui mi sembrerebbe sufficiente evidenziare che la risposta a quegli interrogativi riporta una cifra che sta sotta la decina. Tanto per averne un'idea.

Per cambiare o quanto meno cominciare a farlo, occorre, quindi, riuscire ad acquisire la maggioranza dei consensi e, con essa, un numero di consiglieri comunali che garantiscano all'amministrazione di poter iniziare i processi necessari ed avviare, finalmente, quel confronto djalogico con la comunità ed i suoi interessi diffusi che, specie negli ultimi tempi, è mancato.

Nel momento in cui smetto gli abiti dell'analista (abiti dimessi, molto dimessi, lo so.. inutile ricordarmelo) e vesto quelli personali di cittadino, il campo cui guardo con antico interesse é quello che, almeno una volta, si poteva definire della sinistra democratica, che più che di Politica politicante è alimentata dal Civismo di chi crede che si debba fare politica non solo il giorno dell'elezioni, di chi vuole impegnarsi per la comunità. Un Civismo che, finalmente superata la fase delle ideologie 'verbali' (verbose e non reali) guarda ed è attento anche ai comitati autorganizzati ed ai Movimenti... certo 5stelle ben compresi.

Pertanto, alla fine di quest'anno ed in prospettiva di quello nuovo, sulla scia delle considerazione che (indegnamente) ho cercato di svolgere, credo che l'augurio migliore da fare sia quello che, affrontate, superate e risolte tutte le problematiche che potrebbero presentarsi, 'quei soggetti, quelle forze' cui ho fatto cenno possano trovare le motivazioni e le ragioni per convergere su un programma d'amministrazione per i prossimi cinque anni, che possa ridare a Modena lo smalto innovativo che si merita.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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