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A Bergamo protesta dei famigliari delle vittime di Covid

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Il gruppo 'Sereni e sempre uniti': è normale che una commissione d'inchiesta sul Covid debba terminare il suo raggio d'azione al 30 gennaio 2020?


A Bergamo protesta dei famigliari delle vittime di Covid
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Hanno protestato questa mattina a Bergamo, difronte al Municipio i familiari delle vittime del COVID-19 con striscioni con la scritta '#sereni' contro la decisione che prevede che le Commissioni parlamentari si occuperanno di approfondire esclusivamente di quanto è successo prima della dichiarazione d'emergenza nazionale, il 30 gennaio 2020. 'La commissione d'inchiesta è diventata una farsa, con l'approvazione dei due emendamenti abrogativi che hanno limitato l'indagine della Commissione al 30 gennaio 2020, prima della dichiarazione dello stato d'emergenza e soprattutto a Paesi da cui ha avuto origine il virus', ha dichiarato, a Sky, l'avvocato Locati.
La manifestazione, così come da indicazioni degli organizzatori, sì è svolta silenziosamente e senza nessuna bandiera se non gli stirscioni del gruppo con l'hashtag #sereni.

Pubblichiamo di seguito la lettera integrale dell'ex direttore medico dell'ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori

Egregio Sindaco,
come probabilmente saprà, il giorno 8 luglio sono stati approvati alcuni emendamenti al mandato della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Covid, che limitano temporalmente l'indagine al 30 gennaio 2020.
I mezzi di informazione hanno dato, come al solito, e fortunatamente con alcune eccezioni, scarsissimo risalto alla notizia, che, nonostante la sua gravità, è rimasta più o meno ignota a gran parte dell' opinione pubblica.
Lei ha parlato spesso di problematiche legate al Covid, ha detto, ad esempio, che è un evento che resterà nella storia della nostra città e che Bergamo ha pagato un prezzo altissimo.
Questa volta però ha taciuto.
Perché?
La notizia non ha nessuna rilevanza?
Le sembra normale che una commissione d'inchiesta sul Covid debba terminare il suo raggio d'azione al 30 gennaio 2020, quando il primo caso in Italia ufficialmente riconosciuto si è avuto il 20 febbraio 2020 e, nella Bergamasca, il 22 febbraio?
Cosa sarebbe successo, ad esempio, se la Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro avesse avuto come mandato quello di terminare la ricerca della verità alla fine di febbraio del 1976, ovvero quindici giorni prima del rapimento dell' onorevole Moro?
Non si sarebbe sollevata l'indignazione generale?
Non avremmo tutti pensato che la data era stata anticipata soltanto al fine di insabbiare le eventuali responsabilità e non certamente per cercarle?
Perché, invece, per quanto riguarda il Covid, viene approvata una modifica, insensata ed illogica, che tutti coloro i quali hanno subito le conseguenze della prima ondata pandemica considerano una provocazione, senza che nessun politico di rilievo della Bergamasca faccia sentire la propria voce e senza che nemmeno lei dica una parola?
Qualcuno ha sostenuto che una Commissione d'inchiesta con pieni poteri avrebbe coinvolto la stabilità del governo in carica.
Ma, premettendo che questo sarebbe già un' ammissione che ci sono responsabilità, chiunque può facilmente comprendere che si tratta solo di un pretesto, perché la gestione della prima ondata pandemica non è stata condotta dall' attuale governo, ma dal precedente. Ed anche se fosse, ma ripeto non lo è, non sarebbe ugualmente importante conoscere quello che è successo?
Si può invece ipotizzare che ci sia stato uno scambio di reciproci favori in cui alcuni partiti politici che hanno tutto l'interesse a nascondere gli errori e le omissioni del Ministero della Salute nella prima ondata pandemica si siano accordati con altri partiti politici che invece hanno tutto l'interesse a nascondere le analoghe responsabilità di Regione Lombardia, al fine di insabbiare il tutto?
In estrema sintesi, secondo lei, si può parlare di un patto fra partiti di diversa estrazione ideologica, finalizzato a coprire le reciproche responsabilità?
Vede, Sindaco, la Commissione parlamentare d'inchiesta sul Covid, quella vera, non la finta che è stata approvata, prima o poi si farà.
Non so dirle se si farà fra un anno, fra 5 o fra 10 anni, ma si farà.
Ci sono stati 140.000 morti e troppa è stata l'impreparazione italiana nelle fasi iniziali e troppi gli errori, le omissioni e la disinformazione su quanto realmente accaduto.
Pensi in grande.
Tenga presente che l'accertamento delle responsabilità avverrà probabilmente già in ambito giudiziario.
Ma, a prescindere dagli aspetti legali, che comunque non riusciranno mai a comprendere tutte le dinamiche degli avvenimenti, perché sono finalizzate esclusivamente a ricercare responsabilità penali e civili, quanto accaduto sarà sicuramente valutato anche in un' ottica storica.
E lei, a differenza di altri, può avere l'ambizione di essere giudicato anche in un' ottica storica.
Quando fra alcuni anni sarà analizzata tutta l' ampia documentazione disponibile, l'opinione pubblica si chiederà, come è successo già troppe volte nel nostro Paese, come sia potuto accadere che ci siano stati così tanti anni di opacità e di colpevoli silenzi.
Ma non tutti hanno taciuto. Alcuni, fra difficoltà di ogni genere, cercano già adesso di lottare per la verità.
E lo dimostra la manifestazione pacifica e dignitosa organizzata dai familiari delle vittime sabato 31 luglio, a cui sono stati invitati a partecipare i legali del team, il gen. Lunelli, il dott. Zambon ed il sottoscritto.
E ci saremo.
Un giornalista ha detto di me che sono stato l'unico in Lombardia ad avere avuto nella gestione della prima ondata pandemica un ruolo di una qualche responsabilità, ad essermi opposto a decisioni che ritenevo sbagliate.
Mi creda, se conduco questa battaglia non è per cercare giustizia per me personalmente o per vendicarmi di qualcuno.
Lo faccio soltanto perché ritengo che sia un dovere civile.
Capire quello che è successo, analizzare gli errori commessi serve ad essere meglio preparati per il futuro, serve ad evitare che possa succedere di nuovo.
Riconoscere gli errori per imparare da essi è essenziale per migliorare il nostro Paese.
Ed invece quello che si sta cercando di fare, grazie anche agli emendamenti approvati, è esattamente il contrario, cioè di nascondere la polvere sotto il tappeto.
Lei è il sindaco della città martire del Covid.
Faccia sentire la sua voce, dica anche lei: io non ci sto. A smentita di quell'accordo politico che è stato reso evidente dagli accadimenti della commissione d'inchiesta.
Non le chiedo certamente di attribuire errori o responsabilità .
Può darsi che lei abbia un'opinione diversa dalla mia e ritenga che nella gestione della prima ondata pandemica il comportamento del Ministero della Salute e di Regione Lombardia sia stato esemplare.
Non è questo il punto.
Quello che le chiedo è semplicemente di prendere una posizione netta, senza incertezze ed ambiguità, sugli emendamenti che limitano il mandato della Commissione parlamentare d'inchiesta al 30 gennaio 2020 e la rendono una farsa che ha l'unico obiettivo di insabbiare quanto accaduto.
Accertare la verità è un dovere verso tutti i cittadini italiani, lombardi e bergamaschi.
Distinti saluti.

Dott. Giuseppe Marzulli
Sereni e sempre uniti

Redazione Pressa
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