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In una intervista oggi a Olivio Romanini sul Corriere di Bologna, Stefano Bonaccini (ri)sveste i panni di Godot e scioglie le riserve sulla sua ricandidatura a presidente della Regione.
«Il problema Bonaccini non esiste - dice il Governatore - e le scelte non sono mai personali, per quanto mi riguarda. Io sono impegnato a servire la mia Regione e la mia disponibilità a proseguire non è mai venuta meno, se si ritiene positivo il lavoro fatto in questi anni e che io possa aiutare a unire il Pd e un campo largo per le prossime regionali. Non mi sono mai candidato alla guida del Pd. Ho detto invece che nessuno può invocare soluzioni e poi, come prima cosa, chiamarsi fuori, tantomeno chi come me sta chiedendo una scossa. Tra un mese partirà il congresso e mi auguro si abbinino idee e persone capaci di interpretare una stagione nuova.
Alle regionali manca invece più di un anno: posso assicurare che in questo tempo faremo ancora molte cose per rendere più forte l’Emilia-Romagna».
Insomma l'ex assessore di Campogalliano divenuto presidente di una delle più importanti Regioni italiane ha scelto: no alla corsa per la segreteria nazionale Pd (per quella ieri si è invece detto pronto Matteo Richetti, l'eterno rivale) e sì alla ricandidatura in Regione.
E sulle alleanze per resistere all'ondata leghista e 5 Stelle (escluso per ora un patto tra le due forze al Governo anche in Regione, patto che di fatto renderebbe impossibile la vittoria Pd), Bonaccini guarda a Pizzarotti.
«Col sindaco di Parma c’è un ottimo rapporto di collaborazione: a prescindere dal colore politico le istituzioni debbono lavorare bene insieme. Quando parlo di alleanze e civismo mi riferisco e mi rivolgo anche ad amministratori come Federico che non sono nel centrosinistra, ma che possono trovare in noi un interlocutore più naturale che non nella Lega»- ha detto Bonaccini al Corriere.
Redazione Pressa
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