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'In centro storico ci sono troppi camion'. A ribadirlo, l'altra sera, nel corso dell'assemblea pubblica sui progetti in centro storico, è stato proprio il Sindaco Giancarlo Muzzarelli. E come non essere d'accordo. I progetti di logistica integrata per il trasporto merci, legati al cosiddetti city porto ('L'esperienza di Vicenza che avevamo preso a modello è inapplicabile a Modena' - ha affermato sempre lunedì sera il Sindaco nel corso dell'assemblea), sono evidentemente rimasti lettera morta e la presenza di mezzi pesanti e di vecchi camion e autocarri diesel, anche nei luoghi di pregio della città, è ogni giorno tanto evidente quanto ambientalmente, socialmente ed architettonicamente impattante.
Modena è ormai rimasta una delle poche città ad autorizzare l'accesso e l'utilizzo di datati autocarri diesel in centro storico.
Anche in settori pubblici, come quello della raccolta dei rifiuti, dove i mezzi sono autorizzati anche a salire e sostare addirittura su marciapiedi delle aree pedonali. Le immagini si riferiscono a Piazza Mazzini, dove già nei mesi scorsi La Pressa aveva documentato una situazione al limite del paradosso ambientale. Con i mezzi che scavalcavano, e scavalcano, muretti, sfiorano plateatici con i loro tubi di scarico diesel a pochi metri dai tavolini di bar e ristoranti e dalle panchine. Autocarri diesel accesi che sostano, oltre che transitare, anche sulle zone esclusivamente o di fatto pedonali (dove anche le biciclette sembrano superflue), a causa di altri camion addetti al carico e scarico delle merci che sostano nelle stesse aree, come nel caso documentato ieri. Due autocarri diesel accesi ed in manovra per garantirsi vicendevolmente il passaggio, per 5 minuti in una zona pedonale, davanti ad i plateatici aperti di una pizzeria e di un ristorante.
E poi autobus a motore a scoppio che ormai costantemente sostituiscono filobus nei passaggi anche più delicati del centro storico e tutelati come davanti all'Accademia ed in corso Duomo. Insomma, non il miglior biglietto da visita per una città che dovrebbe e vorrebbe distinguersi per le cosiddette 'best practice' in campo ambientale. Perché ha anche un qualcosa di politicamente paradossale ed incomprensibile vedere affiancare agli sforzi oggettivamente fatti ed in corso sul fronte della riqualificazione (pur a macchia di leopardo e senza una visione di insieme) e la violazione (che se non è giurica lo è sul piano dell'etica ambientale e della qualità della vita stessa in centro storico), causata da una mancata organizzazione della logistica e delle regole di accesso al centro, e dall'altro di deroghe (che evidentemente il Comune concede sia ad Hera sia ad Amo e Seta), rispetto alla circolazione dei mezzi 'ambientali' e del trasporto pubblico nel centro stesso. E su questo punto, la politica, sia in termini di risultati fino ad ora ottenuti, sia di progettualità futura, sembra rimasta ferma, o indietro, a 20 anni fa.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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