Dalla pandemia al pensiero unico: il piano inclinato italiano
Un 'pensiero unico' amorfo, clientelare, ecumenico, che cerca di difendere il potere politico costituito, ricorrendo a frasi ormai insopportabili buoniste
E chi cerca di respingere od opporsi questa pratica demagogica e ipocrita in perfetto stile doroteo, impersonificata da Mattarella, dal segretario del Pd Letta e dall'eterno e inamovibile ministro Franceschini (tutti figli di quella cultura curiale, appunto dorotea, che tutto tende ad ovattare) ecco scattare l'accusa di populismo, di sovranismo, di antieuropeismo ed amenità del genere. Un 'pensiero unico' amorfo, clientelare, ecumenico, che cerca di difendere il potere politico costituito, ricorrendo a frasi ormai insopportabili buoniste e perbeniste ad oltranza, del tipo 'vogliamoci bene, stiamo uniti, niente polemiche”, supportate da un TgUno della Rai perfettamente allineato a questo modo paternalistico di intendere la politica e la democrazia, volto a controllare tutto e tutti sfruttando l'onda della paura pandemica, per mettere una cappa conformista al dibattito e al confronto delle idee.
Col trionfo quindi della autoreferenzialità, dell'egocentrismo, del trasformismo e della ipocrisia, tutte prerogative messe in campo da politici della cosiddetta 'sinistra' impersonificata dai noti radical chic, quelli dei salotti televisivi, dei circoli chiusi e riservati della grande finanza e delle grandi testate giornalistiche legate al mondo finanziario, tutte allineate, appiattite ed ossequienti a questo gioco di potere a tutti i livelli, da Roma alla periferia, passando dalle Regioni controllate dal Pd.
Con una conseguente mortificazione della società civile e una limitazione della libertà di espressione della gente, sia quella comune che quella organizzata nei partiti alternativi al Pd, nei sindacati, nelle associazioni di categoria, nel volontariato non allineato. Sull'altare di una autoreferenzialità e di una arroganza spocchiosa che fa a pugni con lo stile sobrio, austero e riservato del presidente Draghi. E il tentativo di fare passare leggi contestate, al limite della costituzionalità, come la Zan, dimenticandosi nel contempo della grave situazione economica post pandemica e il serio pericolo di licenziamenti di incombe su intere categorie di lavoratori.
Ma anche di voltarsi dall'altra parte come fa la dirigenza del Pd e le associazioni fiancheggiatrici (Cgil, Udi e Anpi in primis) di fronte ai gravissimi attentati ai diritti umani, civili e politici perpetrati a Hong Kong, in Venezuela, a Cuba, in Cina, nei paesi musulmani, dove alle donne continuano ad essere negate condizioni di vita analoghe a quelle degli uomini e dove gli oppositori politici di quelle dittature e di quei regimi, che continuano ancora a definirsi comunisti, vengono incarcerato senza processo o fatti sparire.
Insomma, da un allarme all'altro, da quello per la pandemia a quello della imposizione del pensiero unico. Auguriamoci che il laico Draghi ci venga in aiuto anche perchè col Pd di Letta non si va da nessuna parte.
Cesare Pradella
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