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Discarica Rio Vulpazza, l'Associazione dice no a 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti

Discarica Rio Vulpazza, l'Associazione dice no a 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti

Parliamo di un progetto di discarica da 1.330.368 tonnellate, composte in tredici strati di cinque metri di spessore ciascuno


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Nella valle del Rio d'Orzo, territorio di confine tra i comuni di Valsamoggia nel Bolognese e Savignano sul Panaro, zona calanchiva di pregio naturalistico elencata tra i geositi di interesse locale, in prossimità degli abitati di Formica e Vignola, la ditta Unirecuperi, facente parte della galassia Iren, ha attivato il procedimento per poter fare una discarica di rifiuti contenenti amianto, fanghi industriali e residui di inceneritore per un totale di 1.330.368 tonnellate, composte in tredici strati di cinque metri di spessore ciascuno, in appoggio alla sponda di un calanco argilloso ivi presente fino alla sommità del calanco all’altezza di 65 metri.
Per la precisione Iren ha una partecipazione diretta nel 19,2% in Unirecuperi, società altresì partecipata per l’80,8% da Unieco Holding Ambiente, comunque acquisita da Iren.


Le criticità sollevate dai cittadini, in collaborazione con tutte le amministrazioni locali, sono numerose, a partire dalla viabilità, sicuramente non adeguata a supportare traffico pesante, dalle caratteristiche idrogeologiche e forestali del terreno, identificato dalle mappe regionali come zona di ricarica di importanti falde acquifere, nonché zona a rischio frane, senza dimenticare il grave danno d'immagine per le numerose eccellenze agro-alimentari della zona, ormai riconosciute da marchi europei.

Sono state presentate alla data 25 osservazioni da parte di Comuni, partiti politici, associazioni, comitati e privati cittadini contrari alla realizzazione di questa discarica.

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Queste osservazioni sono ora depositate in Regione Emilia Romagna e confluiscono nella Valutazione di Impatto Ambientale delegata alla Conferenza dei Servizi che tra breve inizierà e a cui partecipano tendenzialmente'i 'portatori d'interesse' pubblici o privati.


Contro questo progetto, che danneggerebbe una vasta area di territorio in modo permanente, nasce l'Associazione Rio d'Orzo vive a cui aderiscono tutti i cittadini residenti nelle immediate vicinanze del sito indicato. L'associazione si propone come tessuto connettivo tra i vari soggetti coinvolti, con particolare attenzione alla voce delle minoranze più danneggiate, che sono, notoriamente, le meno ascoltate.

'Consideriamo quella discarica una disgrazia che cade nel nostro territorio. Chi abita a meno di 500 metri avrebbe la vita rovinata, le produzioni agricole sarebbero da buttare, le case crollerebbero di valore - spiegno i rappresentanti della Associazione -. A livello psicologico il solo pensiero di poter avere fibre di amianto in circolazione sarebbe pazzesco, decine e decine di mezzi pesanti al giorno sarebbero un grosso problema per strade già problematiche con il traffico attuale.

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Fermo restando che il conferimento in discarica dovrebbe essere l’ultima residuale possibilità, queste dovrebbero almeno essere collocate in aree poco abitate e con vie di accesso più favorevoli: che fa questi progetti non può rovinare la vita alle persone'.

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