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“Il modello Emilia? Se esiste ancora, è quello che ci ha portato al più alto tasso di precarietà, disoccupazione giovanile e tassazione su famiglie e imprese. Il modello emiliano è quello che ha teorizzato, alimentato e non gestito l'invasione e l'accoglienza business di 15.000 stranieri irregolari in più.' Questo il commento di
Enrico Aimi, consigliere regionale e candidato al Senato per Forza Italia (
nella foto con
Anna Maria Bernini, anch'ella candidata nel listino),
alle dichiarazioni di Renzi e Richetti sul modello emiliano. Dichiarazioni critcate anche da
Bersani e
Errani.
'Un modello che ha generato e legittimato le cooperative spurie, l'insicurezza per tagli agli organici e ai fondi delle forze dell'ordine, al dissesto idrogeologico che rischia di farci affogare dopo soli due giorni di pioggia; il modello emiliano è quello che ha creato qui il più alto tasso d'inquinamento d'Europa e ha generato una carenza infrastrutturale che mette il sistema economico emiliano-romagnolo in netto svantaggio rispetto a tutti i competitor europei.
Il Modello emiliano oggi è quello che ha smantellato la rete sanitaria delle province e che ha negato la realizzaione di opere attese da più di 20 anni: dalla Bretella Campogallino-Sassuolo, alla Cispadana. Questo è il modello emiliano oggi, che evidentemente i due Matteo, Renzi e Richetti, non conoscono se non guardando la realtà al caleidoscopio - aggiunge Enrico Aimi -. Se una parte del sistema economico industriale emiliano-romagnolo è riuscito ad affrontare la crisi e a ristrutturarsi è stato grazie alle capacità imprenditoriali di uomini coraggiosi, preparati e caparbi, non certo. e aggiungerei nonostante, un governo nemico delle imprese e delle famiglie, soprattutto se italiane'.
'Un modello emiliano responsabile di una carenza infrastrutturale che sull'asse Modena e Reggio arrossisce anche di vergogna; una vergogna tutta italiana, occasione mancata per un sistema economico da anni orfano di un governo all'altezza della sfida.
La cattedrale nel deserto dello scalo di Marzaglia, abbandonato e circondato dal nulla, è uno dei tanti simboli di un sistema imploso e fallito. E' da queste realtà, come quelle del mondo ceramico, in cui grandi gruppi hanno nuovamente investito sui nostri territori senza alcun aiuto da parte dai governi di sinistra nazionale e regionale, che bisogna ripartire, e vogliamo ripartire - conclude Aimi - con umiltà e amore per la nostra Patria.'