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'A Carpi ci sono 8, 6 più 2 operatrici in ginecologia in maternità e non c'è il personale per sostituirle. In tutta la provincia si registrano tensioni in quei reparti, non solo a Mirandola. Chiederemo, cortesemente, alla provincia di spiegare la situazione a livello provinciale'. Giancarlo Muzzarelli, presidente della Commissione Territoriale Sociale Sanitaria poco dopo avere accusato l'opposizione che incalzava sul documento della Comissione Tecnica regionale, allegato alla richiesta di deroga e che ha indicato di chiudere il punto nascita di Mirandola dal prossimo 31 dicembre, di essere poco rispettosa nei confronti del personale sanitario, ammette che nei reparti in tutta la provincia c'è una forte tensione. Facendo appunto l'esempio di Carpi. A testimonianza di una difficoltà, legata alla carenza di personale, diffusa su tutto il territorio provinciale e che, per Muzzarelli, richiede un chiarimento da parte dell'Ausl.
Il tutto in una seduta del Consiglio Provinciale nella quale il Partito Democratico, accusato in questi giorni dall'opposizione di non avere fatto nulla per evitare le carenze confermate dalla relazione della Commissione tecnica e che oggi potrebbero pregiudicare la possibilità di ricevere una deroga all'apertura, ha presentato un Ordine del Giorno con il quale 'chiedere al governo di 'coniugare il diritto di nascere con il diritto di nascere in sicurezza', aggiornando i requisiti e gli standard che i punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti all'anno devono possedere'. In sostanza non avendo, stando alla relazione della commissione, i requisiti per rimanere aperto in sicurezza nel rispetto dei parametri, si chiede di cambiare i parametri stessi. Richiesta che ha generato la reazione critica del Consigliere Provinciale Antonio Platis.
'Il Pd, con la regia del sindaco Muzzarelli, getta la maschera, non combatte per riavere il punto nascite a Mirandola e si rifiuta di fare 'domande scomode' all'Ausl. Con grande amarezza prendiamo atto del voto e del dibattito di oggi in Consiglio Provinciale. Questa sinistra ha venduto, o meglio svenduto, nuovamente il nostro territorio. Il Pd non vuole integrare l'imbarazzante delibera di deroga mandata dalla Regione al ministero'.Il Pd, con la regia del sindaco Muzzarelli, getta la maschera, non combatte per riavere il punto nascite a Mirandola e si rifiuta di fare ‘domande scomode’ all’Ausl.
Anzi il PD ha presentato un suo documento che si è auto-votato in cui arriva a chiedere alla Provincia “di attivarsi con il Governo affinché si possa coniugare il diritto di nascere con il diritto di nascere in sicurezza, aggiornando i requisiti e gli standard organizzativi, tecnologici e di sicurezza che i punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti all’anno devono possedere, tenendo conto anche delle caratteristiche economiche, sociali e geografiche di alcuni territori.
In pratica loro non fanno nulla, ma Roma deve rivedere i parametri e magari trovare anche risorse in piu'.
Il dibattito fuori dal Consiglio provinciale
Un dibattito, quello sulla possibile chiusura del punto nascita di Mirandola, che in questi giorni ha acceso il confronto politico anche fuori dalle aule consiliari con un botta e risposta tra Lega e Amministrazione comunale da un lato e PD dall'altro. Con quest'ultimo che difende la bontà di una richiesta di deroga all'apertura che per il PD conferma l'intento della Regione Emilia Romagna di mantenere in vita il servizio, ma che si scontra con il fatto che la relazione tecnica a supporto della richiesta di deroga stessa evidenzia come costi e carenze di personale pongano le condizioni per procedere alla chiusura già al 31 dicembre 2022.
Per il PD della bassa modenese la decisione reperire medici a supporto del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Mirandola, ha consentito e sta consentendo il mantenimento del servizio. Senza questa scelta, sia Mirandola che altri ospedali, non avrebbero avuto la possibilità di proseguire il servizio, e non solo dei punti nascita, vista la difficoltà che permarrà di mancanza di personale medico, generalizzato a livello nazionale. Poi la replica al sindaco di Mirandola Alberto Greco che ad inizio settimana aveva sottolineato come la mancanza di condizioni tecniche per proseguiire il servizio sancite dalla relazione della commissione tecnica fosse responsabilità dell'Ausl e dei vertici della sanità regionale a guida PD.
'La giunta Regionale dell'Emilia-Romagna ha deciso che il punto nascite rimanga aperto in deroga. Il sindaco Greco, anziché sparare accuse generiche contro ignoti, faccia il suo dovere. Chiami il governo di centrodestra e chieda che venga approvata la proposta della giunta regionale' - afferma il PD.
Accuse respinte al mittente dalla Lega, per voce del Consgliere comunale a Mirandola e in Unione Comuni modenesei area nord Guglielmo Golinelli: 'E' inutile giocare allo scaricabarile con il sindaco Greco, le colpe stanno altrove. Negli ultimi anni è evidente come la Direzione Sanitaria abbia perpetrato una politica volta a contrarre ulteriormente i numeri delle nascite – in flessione progressiva sin dal 2012 – attraverso una continua riduzione delle casistiche di accoglienza delle partorienti, dirottando una quantità crescente di casi sul “Ramazzini” di Carpi. Ad Ottobre 2022 scopriamo che una richiesta di proroga della deroga per il reparto è stata inviata al Governo – buttando via due anni, nonostante le importanti aderenze col Dicastero diretto dall'On. Speranza – all'interno della quale la Commissione Tecnico Scientifica stessa (organo peraltro intriso di medici nominati dalla politica) verbalizza la non sostenibilità del reparto con annesso parere contrario alla deroga oltre il 31/12/2022'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>