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Inceneritore: l'impatto sulla salute dei modenesi costa, ad Hera, 1.8 milioni per il 2018

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E' la cifra che il gestore dovrà pagare al Comune come indennizzo per l'impatto ambientale dell'inceneritore. Il Comune potrebbe compensare il caro Tari


Inceneritore: l'impatto sulla salute dei modenesi costa, ad Hera, 1.8 milioni per il 2018
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Per ogni ogni tonnellata di rifiuti indifferenziati e speciali bruciata nell'inceneritore,  8,33 euro arrivano da Hera nelle casse del Comune di Modena a titolo di indennizzo per 'disagio ambientale'.
Questo sulla base di un protocollo di intesa firmato da Hera e Comune nel 2012. Un protocollo che sancì di fatto una cifra ed un impegno assunto da Hera nei confronti del comune in cui l'inceneritore a forno unico più potente della regione, era installato. Fu uno degli ultimi anni in cui gli effetti delle emissioni dell'inceneritore sulla salute umana (che con il progetto Moniter misero in correlazione l'esposizione delle sostanze inquinanti con l'aumento di diverse patologia anche tumorali), vennero pubblicati e presentati.

Anni in cui, di fronte al naufragio dei piani di rigenerazione urbana prospettati, Comune ed Hera abbandonarono definitivamente la prospettiva e l'obiettivo originario dell'inceneritore di Modena di trasformarsi in quel termovalorizzatore, capace di produrre calore per alimentare l'equivalente di 10.

000 caldaie che avrebbero dovuto essere installate nei nuovi o nelle rigenerate aree urbane che dall'ex mercato bestiame (ancora ferma), e che si sarebbero sviluppate sull'asse nord ovest, fino al villaggio artigiano. Ma nulla di tutto ciò, in dieci anni, si è fatto. I piani urbanistici sono rimasti al palo e con essi la possibilità di utilizzare l'inceneritore di Modena nel suo scopo originario, ovvero per compensare l'impatto ambientale derivante dalle emissioni inquinanti, con il minore impatto ambientale dovuto all'equivalente di 10.000 caldaie. 

Ma il 2012, anno in cui quel protocollo finalizzato alla quantificazione dell'indennizzo al comune per ogni tonnellata di rifiuto bruciata, combaciò di fatto con il periodo in cui per l'inceneritore di Modena (che nel frattempo aveva dismesso le tre linee per lasciare il posto ad una unica enorme bocca, capace di bruciare fino a 240.

000 tonnellate, più del doppio di quella che era già ai tempi la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti a Modena, circa 130.000 tonnellate in costante decrescita, visto il parallelo aumento della raccolta differenziata) la quantità di rifiuti conferiti continuò ad aumentare.

Anziché ridurre il conferimento di rifiuti in inceneritore, puntando sul riciclo degli stessi, elemento fondamentale del Piano dei Rifiuti regionale, si scelse la via che indirettamente combaciò con il profitto sia per Hera (che al posto di scaldare appartamenti iniziò a produrre energia elettrica da vendere al gestore nazionale), sia per il Comune, in funzione degli indennizzi. A scapito dell'impatto ambientale e sulla salute pubblica del territorio e dei cittadini modenesi. Ai quali riconoscere un indennizzo.

Nel 2009 la cifra incassata sotto questo capitolo fu di un 1 milione e 141 mila euro per 137 mila tonnellate di rifiuti bruciati. Nel 2010, con l'aumento delle tonnellate conferite (arrivate a 157.000), si è giunti ad un indennizzo di un milione e 314 mila euro. Nel 2011, per 176 mila tonnellate, a un milione e 468 mila euro.  

Come ripetutamente documentato (La Pressa ha dedicato uno speciale sull'argomento), l'aumento nella quantità di rifiuti conferiti all'inceneritore di via Cavazza è stato costante, arrivando alle 212 mila tonnellate nel 2016, la stessa a grandi linee del 2017. 
Corrispondente a circa di un milione e 765 mila euro di indennizzo. Una grossa cifra anche in termini di bilancio pubblico, addirittura superiore a quella da 800 mila euro all'anno, in termini di spesa corrente, costata ai modenesi per pagare l'aumento dell'1,6% della Tari previsto dalla variazione di bilancio 2017-2019 discussa in Consiglio Comunale
 
Oppure superiore al costo a carico del Comune di Modena, per l'affidamento, sempre ad Hera, in una sorta di partita di giro, del servizio di riscossione tributi. Calcolato in 737 mila euro più Iva per il 2017 e per 700 mila euro nel 2018. Anno, quest'ultimo, in cui la quantità di rifiuti inceneriti sta continuando ad aumentare. Questo attraverso l'aumento dei rifiuti speciali provenienti anche da fuori provincia e capace di compensare la minore produzione di rifiuti indifferenziati.

Ad agosto (ultime rilevazione disponibile pubblicata), la somma dei rifiuti indifferenziati e speciali bruciati dall'inceneritore era pari a 157.000 tonnellate, circa 8000 in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Che fa pensare che la quantità bruciata a fine anno, se la media verrà mantenuta (e non potrebbe essere altro), arriverà sempre più vicino alle 240.000 tonnellate limite. Per un indennizzo da Hera al comune che supererà l'1,8 milioni di euro. Una cifra importante, capace di indennizzare realmente, visto che l'impatto è già stato fatto, i cittadini, o attraverso sconti o mancati aumenti sulla Tari o a incentivi più sostanziosi e sostanziali rispetto a quelli messi oggi a disposizione, per l'acquisto o la conversione dei mezzi.
 
Tornando alla Tari, in soldoni, basterebbe che il Comune decidesse di destinare tali somme derivanti dall'indennizzo per disagio ambientale per la presenza del mega-inceneritore, anziché a dichiarate e non meglio specificate opere che negli anni passati hanno finito per ritornare in parte ad Hera (attraverso interventi di mitigazione ambientale presso la discarica di via Caruso o lo stesso inceneritore), a compensare l'aumento della Tari, per creare un risparmio diretto per i cittadini pari all'aumento applicato con l'ultima manovra. 

Con l'effetto indiretto, ma non trascurabile, di rendere più trasparente l'utilizzo dei soldi pubblici introitati in virtù di un disagio (o di un danno), provocato ai cittadini. Che sul lungo periodo soprattutto è confermato essere tutt'altro che marginale, come più volte, a livello istituzionale, viene invece affermato. Perché se così non fosse (ma così è anche in funzione degli studi ai quali si faceva riferimento), non avrebbe nemmeno senso in linea di principio, l'indenizzo in funzione del disagio e dell'impatto ambientale (e sulla salute pubblica) dell'inceneritore. 

Altre scelte che non andassero direttamente a compensare un danno verificato e diretto all'ambiente cittadino e alla vita dei modenesi residenti, potrebbero apparire discutibili, anche in linea di principio, soprattutto se queste somme andassero a finanziare direttamente, o a fare risparmiare indirettamente Hera che già guadagna cifre enormi dalla vendita dell'energia elettrica prodotta.
 
Gianni Galeotti

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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