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'La Resistenza non fu monopolio delle formazioni partigiane comuniste'

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Nel 1948 dall'Anpi uscirono i partigiani cattolici e gli autonomi che costituirono la federazione italiana volontari della libertà


'La Resistenza non fu monopolio delle formazioni partigiane comuniste'
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'Nel settembre del 1943, 80 anni fa, l'Italia usciva da una disastrosa guerra di aggressione voluta dal regime fascista con la conseguente occupazione del territorio nazionale da parte dei nazisti tedeschi che cancellavano il faticoso processo di unificazione nazionale iniziato con il Risorgimento e portato a termine con la vittoria nella prima guerra mondiale. Era il tragico epilogo, per quanto ci riguardava, di una guerra iniziata in Europa nel 1939, con la brutale spartizione della Polonia tra la Germania nazista di Hitler e l'Unione Sovietica comunista  di Stalin,  l'inizio dell'Olocausto del popolo ebraico e la brutale esecuzione di migliaia di Ufficiali Polacchi da parte dei Sovietici. In Italia, in quel tragico settembre del 1943, quando si doveva scegliere tra l'adesione alla Repubblica Sociale Italiana oppure contrastare il nazifascismo, i patrioti scelsero di resistere, con le armi se possibile o rifiutando di aderire al nuovo regime come fecero i settecentomila internati militari del Regio Esercito, centomila dei quali pagarono con la vita la loro scelta.

I patrioti che scelsero di combattere erano Monarchici, Repubblicani, Azionisti, Cattolici, Liberali, Socialisti e Comunisti'. Così, alla vigilia del 25 aprile, in una nota Emerenzio Barbieri, Eugenio Baresi, Fabrizio Cicchitto, Paolo Cirino Pomicino, Luigi Compagna, Carlo Giovanardi, Gaetano Quagliariello e Tomaso Zanoletti.

'Nel 1948 dall'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) uscirono i partigiani cattolici e gli autonomi che costituirono la federazione italiana volontari della libertà (FIVL) e nel 1949 nacque la FIAP, composta dalle formazioni partigiane che avevano come riferimento il Partito d' Azione ed i partiti Liberale, Repubblicano, Socialista e Socialdemocratico - continua la nota -. La spaccatura si determinò per una questione di principio: mentre i patrioti di queste ultime formazioni avevano combattuto per tornare ad un sistema politico con partiti che devono 'concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale', gran parte della Resistenza comunista auspicava l'avvento in Italia di un sistema totalitario come quello dell'Unione Sovietica di Stalin'.

'Quest' anno purtroppo, anche a seguito della polemica su Via Rasella scaturita dalle esternazioni del Presidente del Senato, il 25 aprile rischia di trasformarsi da Festa di tutti per la ritrovata democrazia in uno scontro tra Governo ed opposizione, con la riproposizione di tesi giustificazioniste del fascismo da parte di qualcuno della maggioranza e dall'altra il tentativo di ridurre la Resistenza al monopolio di chi guardava ad esperienze che non nulla avevano di democratico. Per scongiurare questo pericolo sottoscriviamo un appello perchè in questa importante occasione si pubblicizzi e valorizzi il contributo che diedero per la liberazione del nostro paese i combattenti delle formazioni partigiane che con l'apporto determinante degli eserciti Alleati riscattarono gli errori e gli orrori del fascismo (basta per tutti citare le leggi razziali) in nome dei principi di libertà e democrazia poi tradotti nella Costituzione della Repubblica'.

Redazione Pressa
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