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“Tre italiani e ventidue stranieri: ma le materne Boschi non sono che la punta di un iceberg. L’Emilia Romagna è la prima regione in Italia per incidenza dell’immigrazione (11,9% ) e i figli degli stranieri iscritti a scuola superano il 18%. Con due effetti innegabili: la spesa sociale aumenta e le scuole vanno in sofferenza per il numero sempre maggiore di classi ghetto. E’ il fallimento delle politiche di integrazione della sinistra. E bisogna intervenire subito: esiste per legge il tetto del 30% di stranieri nelle classi? E’ il momento di farla rispettare”.
Stefano Bargi, consigliere regionale Lega Nord Emilia Romagna interviene duramente dopo le notizie relative alla scuola d’infanzia dove la percentuale di alunni stranieri rispetto agli italiani è dell’88% rispetto al 12%.
“Le famiglie immigrate vivono per la maggior parte grazie al supporto dei servizi sociali ( dalla casa ai supporti economici, dall’esenzione dal pagamento di rette fino ai ticket sanitari) che paghiamo con le nostre tasse perchè l’integrazione è fallita e la situazione rischia di peggiorare in futuro, anche con la nascita di nuovi ghetti per i figli di immigrati”.
Dopo i numeri sconvolgenti che riguardano la scuola d’infanzia Boschi, secondo Bargi “il problema va affrontato alla radice e senza più buonismi o pietismi, ma con i fatti”.
I dati a livello regionale rparlano chiaro: nelle scuole d’infanzia il 18% di bambini iscritti è di origine straniera, una percentuale che scende solo a 17,4% per la scuola primaria” e “a questi numeri si aggiunge la distribuzione urbanistica frutto di scelte sbagliate che hanno permesso la nascita di quartieri ghetto”, spiega il consigliere “e la conseguenza più ovvia è la presenza di scuole con un numero esorbitante di iscritti figli di immigrati, come dimostra il caso delle Boschi”.
Per Bargi “bisogna fermare questa spirale: la legge fissa al 30% il numero massimo di studenti stranieri per ogni classe e va fatta rispettare. Gli uffici scolastici devono dire no alle richieste di deroga degli istituti”, conclude il consigliere.
“E non si tratta di penalizzare le famiglie straniere, ma di fare emergere il problema senza scaricare tutto l’onere di una situazione creata da politiche sbagliate, come sempre, su docenti e genitori italiani”. Per Bargi “il problema esiste, e va evidenziato e poi risolto: esistono vari modi per distribuire la frequenza scolastica dei bambini in quartieri diversi senza creare loro troppi disagi, dal ripensamento di alcuni servizi ad una maggiore informazione data agli immigrati”, conclude il consigliere. “Il Pd ha creato questa situazione e ora si ingegni per risolverla se ne è capace. Altrimenti dichiari il fallimento e lasci governare chi ha le idee più chiare. Inutile continuare a nascondere la testa sotto la sabbia: le classi in deroga devono diminuire”.