'Ma perché il Comune di Modena finanzia le chiese con 175mila euro?'

Il circolo Unione degli Atei e Agnostici razionalisti critica la scelta della giunta di Modena annunciata durante un incontro del sindaco stesso coi preti

'Pochi giorni fa il sindaco Muzzarelli ha annunciato che per l'anno 2021 il Comune di Modena elargirà alle confessioni religiose (in realtà in massima parte alla chiesa cattolica) ben 175.000 euro per finanziare interventi in edifici religiosi e per l'acquisto di attrezzature per attività connesse al culto; tale cifra sarà di ben 25.000 euro maggiore di quella stanziata nello scorso biennio. Ricordiamo che la Regione Emilia Romagna indica ai Comuni di versare il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria per gli edifici di culto, ma senza alcun obbligo, tanto è vero che alcuni di loro come ad esempio in passato Imola, hanno anche deciso di non versare nulla.
In un grave momento di crisi come questo, dove le scuole restano chiuse perché i trasporti sono insufficienti a garantire un ridotto affollamento e gli spazi nelle aule sono spesso angusti, mentre le strutture sanitarie sono in affanno, e mentre molti cittadini avrebbero più che mai bisogno di una mano dalle istituzioni pubbliche, come circolo UAAR di Modena riteniamo che tale decisione sia non solo assolutamente inopportuna ma davvero scellerata'. Così in una nota il circolo Unione degli Atei e Agnostici razionalisti di Modena critica la scelta della giunta di Modena annunciata durante un incontro del sindaco stesso coi preti stessi in Consiglio comunale (qui l'articolo).
'Già la chiesa cattolica costa ai contribuenti italiani almeno 6,7 miliardi di euro all'anno (tra 8 x 1000 e stipendi pubblici a personale ecclesiastico e dipendente dalla chiesa in ospedali, scuole, caserme etc.), oltre ai difficilmente tracciabili contributi che enti locali ad ogni livello erogano ad istituzioni religiose, o legate alle associazioni religiose. In uno Stato laico chi segue una religione dovrebbe provvedere in prima persona a farsi carico delle spese relative, senza pretendere che siano tutti i cittadini a contribuire, volenti o nolenti, al sostentamento di chiese di ogni tipo (che poi sappiamo essere fondi destinati nella fetta più grande verso quella cattolica, malgrado i continui richiami ai valori della povertà e della frugalità che ne provengono in continuazione dai massimi vertici)'.
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