Circa duecento persone hanno accolto oggi in piazza Sant'Agostino a Modena il giudice e magistrato Paolo Sceusa che si è messo in cammino nei giorni scorsi da Padova verso Roma per una marcia delle libertà contro il green pass. Lo abbiamo intervistato in piazza, prima del suo intervento pubblico promosso da Modena Libere Menti e La gente come noi Emilia Romagna.
Sceusa ha ribadito la necessità di 'prendere in mano la propria vita, alzarsi in piedi e marciare'. 'Dobbiamo renderci conto del valore dei diritti umani che oggi vengono concessi col contagocce sotto una serie di condizioni, mentre sono diritti che lo Stato deve solo riconoscere e non concedere - spiega Paolo Sceusa -. Io credo occorra pagare un prezzo anche in termini di sacrifici fisici per ribadire l'importanza di questi diritti'.
'Il green pass è uno strumento di discriminazione e controllo, oggi collegato ai vaccini - aggiunge Sceusa -. Quando non ci sarà più la pandemia il Governo collegherà il Green pass a qualcos'altro perchè si tratta di uno strumento di controllo al quale il potere non vorrà rinunciare. Ho detto da tempo che lo stato di emergenza non sarebbe finito e così è stato e del resto il green pass italiano è quanto di più restrittivo mai applicato nel mondo, potrebbe essere un banco di prova per testare quanto i cittadini possono tollerare queste inique restrizioni. Il rischio è che se passa tutto questo possa essere poi esportato anche in altri Paesi'.
Giuseppe Leonelli
Marcia delle libertà fa tappa a Modena: in centinaia accolgono Sceusa

'Dobbiamo renderci conto del valore dei diritti umani che oggi vengono concessi col contagocce sotto una serie di condizioni, mentre sono diritti inalienabili'
'Dobbiamo renderci conto del valore dei diritti umani che oggi vengono concessi col contagocce sotto una serie di condizioni, mentre sono diritti inalienabili'
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