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L'assistenza sanitaria va garantita solo a chi ha lo status di rifugiato. Dunque, non ai richiedenti asilo. A sostenerlo sono i consiglieri regionale della Lega nord in Emilia-Romagna, che contestano cosi' il Piano nazionale di integrazione presentato dal ministero dell'Interno alla Regione. 'Il documento programmatico di difficile attuazione', sostengono gli esponenti del Carroccio in un'interrogazione alla Giunta Bonaccini.
Secondo i leghisti, infatti, i costi per la Regione 'sarebbero eccessivi' e sarebbe difficile a livello locale garantire i servizi sanitari anche ai richiedenti asilo 'senza diminuirli ai cittadini italiani e agli stranieri regolari'.
Nel piano del Viminale, infatti, e' prevista l'assistenza anche per chi non ha ancora ottenuto lo status di rifugiato.
'Ci sembrano eccessive queste misure rivolte a persone che, nella maggior parte dei casi, non sono destinate a rimanere nel territorio nazionale- sostiene il Carroccio- ci sembrano andare oltre non solo quelle relative alla prima fase di soccorso e assistenza, ma anche a quelle attivita' che dovrebbero essere finalizzate a migliorare solo la loro permanenza temporanea'.
Il documento del Viminale, accusano i leghisti, pecca dunque di una 'forte connotazione politica finalizzata all'accoglienza a qualunque costo, dalla quale sta prendendo le distanze anche il Governo nazionale dopo averla perseguita per anni'. Da qui la richiesta del Carroccio di un 'maggior coinvolgimento delle Regioni nell'elaborazione del Piano' e di un 'forte sostegno economico per poterlo mettere in atto senza dover tagliare sui servizi ai cittadini'.