Modena, nel capannone del rave party una vetrina per le eccellenze

Lo ha affermato l’assessore all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, nella seduta del Consiglio comunale di oggi


Lo ha affermato l’assessore all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, nella seduta del Consiglio comunale di oggi in risposta all’interrogazione di Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) sul capannone di proprietà della famiglia Bompani a Modena nord, immaginando una possibile trasformazione dello spazio che l’ottobre scorso è stato occupato abusivamente per lo svolgimento di un rave party.
Il consigliere ha chiesto, in particolare, se il Comune è in contatto con l’attuale proprietà dell’immobile, quali siano le sue intenzioni per il futuro del complesso e “se corrisponda al vero che l’attuale proprietà abbia già proposto all’Amministrazione in più occasioni progetti per il recupero dell’area e, in caso di risposta affermativa, quali siano state le risposte del Comune e come mai la situazione sia in ‘stallo’”.
L’assessore, dopo aver sottolineato che “i privati devono evitare di lasciare abbandonato, incustodito e accessibile il proprio patrimonio”, ha spiegato che comunque la proprietà ha adempiuto all’ordinanza comunale con la quale, dopo l’occupazione abusiva, è stata imposta la “delimitazione dell’area per impedire l’accesso da parte di estranei”.
Vandelli ha poi precisato che l’Amministrazione è in contatto con tutti i privati proprietari e che, nonostante i carichi importanti che gravano sullo sportello per l’edilizia (“il 2022 si è concluso con oltre 5000 pratiche, raddoppiando la media degli ultimi otto anni”), è sempre disponibile al confronto e a istruire pratiche su eventuali progetti che vengono presentati.
“Nel caso specifico – ha proseguito facendo riferimento a una serie di illustrazioni mostrate in Consiglio dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli – sul comparto la proprietà in passato aveva presentato un’ipotesi di grande interesse, cioè la realizzazione all’interno del capannone di un kartodromo per kart elettrici, all’interno della filiera dell’automotive. Ci siamo detti disponibili a valutare il progetto con lo strumento della deroga – ha aggiunto – fermo restando l’esito del voto del Consiglio, i necessari studi di sostenibilità e il contributo alla collettività in termini di costi di urbanizzazione dell’area, ma l’operazione non è partita perché la proprietà non ha raggiunto un accordo con il fondo di investimento”.
L’assessore ha quindi ricordato che “la trasformazione di un’area agricola, come in questo caso, a funzioni di altra natura, è una trasformazione complessa ed è sempre previsto un contributo straordinario. Le aree agricole non concorrono nemmeno alla città pubblica e nel momento in cui si chiede una trasformazione in territorio urbanizzato è prevista una valorizzazione che tenga conto di questi aspetti”.
L’ultimo contatto con la società, ha detto ancora l’assessore, “riguarda un’osservazione al Pug che la proprietà ha presentato: chiedeva di far rientrare l’area dentro il territorio urbanizzato e di qualificarla già come tessuto direzionale-ricreativo. L’osservazione è stata parzialmente accolta – ha precisato – riconoscendo la necessità di riqualificare l’edificio, senza però poterlo far rientrare in automatico nel territorio urbanizzato”.
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