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Nel passato sono stato segretario di una sezione del Pci alla Crocetta di Modena, la Walter Tabacchi e successivamente della sezione di fabbrica Alicata Ceam, una grossa cooperativa di costruzioni. I rapporti tra gli iscritti in sezione e tra la sezione e la federazione comunale e provinciale erano continui e frequenti. Si discutevano i temi del lavoro, del territorio, della città, le grandi questioni nazionali... Si organizzavano momenti di studio ed iniziative aperte, c'era una buona partecipazione. Il momento più 'vissuto' era la fase congressuale, lo studio e la discussione delle tesi e del progetto politico, la elezione dei gruppi dirigenti.
Da anni non sono più iscritto al partito Pd, non ho condiviso e non condivido la sua metamorfosi da partito della sinistra dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti; del popolo diffuso in una 'marmellata' moderata e conservatrice del proprio potere di una classe di politici di professione, burocrati parassitari che parlano solo a se stessi ed hanno archiviato la partecipazione democratica.
Vivo quindi quello che avviene nel Pd da osservatore, da lettore dei quotidiani, da persona attenta ai dibattiti ed alle discussioni, da cittadino che legge le politiche locali.
Mi sembra di capire che i luoghi di discussione nel Pd ormai non esistono più, che la partecipazione dei pochi, rispetto ad un tempo, iscritti rimasti non sia richiesta, mal tollerata e sia finita, che una oligarchia ristretta decida tutto dall'alto, protesa a osservare il proprio potere ed i propri privilegi, che sono promossi soli gli yesmen allineati che intendono la politica come professione e carriera.
Il percorso congressuale in corso mi sembra confermare queste osservazioni .
E' una tragedia per la sinistra ed il centrosinistra. Un partito senza popolo, senza democrazia e senza discussione non può andare lontano.
Al paese ed alla città serve altro.
Roberto Vezzelli - ex presidente Legacoop Modena
Redazione Pressa
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