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'Sconfessato e superato il Pal del 2011, che per la posizione strategica del nostro Ospedale avrebbe dovuto tutelarne servizi e reparti anziché consentirne un lento impoverimento, è arrivato il momento di attivare le procedure democratiche e partecipate per la ridefinizione di questo importante documento triennale. E di farlo riqualifichi l'ospedale di Pavullo (oggi di 'Prossimità') come ospedale Area'
La spinta a rivedere il PAL, il Piano Attuativo Locale che fissa le linee strategiche e di sviluppo della sanità provinciale e che nella versione del 2011, ancora in vigore, declassò gli ospedali di Pavullo e Mirandola, arriva oggi dalla referente del Comitato Salviamo l'ospedale di Pavullo Maria Cristina Bettini. Con una lettera inviata al presidente e ai gruppi dell'Unione dei Comuni del Frignano con la proposta di 'portare nelle sedi opportune la richiesta di scrittura del Nuovo Pal con la espressa indicazione che l'Ospedale di Pavullo nel Frignano venga riconosciuto Ospedale d'Area'.
Una riqualificazione che consentirebbe di creare le condizioni per potere inquadrare, come richiesto nei giorni scorsi all'unanimità per l'ospedale di Mirandola, anche il potenziamento previsto e in parte in corso dell'ospedale di Pavullo. Anche nella prospettiva della promessa riapertura del punto nascita, chiuso nell'ottobre del 2017 dalla Regione con l'avvallo del Ministero che attraverso il DM 70 2015 (Lorenzin), 'ha condannato le piccole medie strutture ospedaliere - afferma Bettini - all'estinzione'.
'La sperimentazione dello stesso parto in loco su adesione volontaria delle future mamme preannunciata dalla Regione E.R. nelle settimane scorse può avere evoluzione positiva solo in una struttura 'qualificata' e riconosciuta tale su carta, che garantisca nella pratica professionalità e 'sicurezza' d'equipe'.
Quanto per legittimare 'Nuovi protocolli' che consentano interventi non solo di media e bassa intensità e mirati alla reintroduzione di specializzazioni, Primariati, servizi essenziali, ricostituzione del Reparto di ginecologia ed ostetrica ( ridimensionato ad attività diurna ambulatoriale) e Punto nascita, potenziamento di attività pediatrica e chirurgica.
Ed è proprio su questo punto e su quello della richiesta di deroga all'apertura bocciata nel 2017, che il referente del Comitato torna a pungolare il Presidente della Regione invitato a passare dalle parole e dalle recenti promesse ai fatti, riformulare al ministero la richiesta di deroga all'apertura e, in veste di Presidente della Conferenza delle Regioni, a chiedere la modifica dello stesso DM 2015 che nel 2017 fornì i presupposti per la chiusura.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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