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Manca poco piu' di una settimana all'insediamento del nuovo Parlamento. Ma la Corte dei Conti non ha ancora proclamato ufficialmente gli eletti. E cosi' accade che in Regione Emilia-Romagna si inneschi un braccio di ferro (finora sottotraccia) tra la presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, e i quattro consiglieri che alle scorse elezioni si sono guadagnati uno scranno alla Camera o al Senato non hanno ancora dato le dimissioni da viale Aldo Moro. Si tratta dei due esponenti di Forza Italia, Galeazzo Bignami ed Enrico Aimi, e di Tommaso Foti (Fdi), ma anche di Andrea Rossi, esponente del Pd e sottosegretario alla presidenza della Regione.
La circostanza delle mancate dimissioni, pero', che sarebbero legate anche al quadro di incertezza sull'attuale legislatura, non e' piaciuta piu' di tanto a Saliera, che ha preso carta e penna per scrivere alla giunta delle elezioni parlamentari e al segretario generale della Camera per chiedere un parere.
Nella lettera, la presidente sottolinea l'incompatibilita' tra la carica di consigliere regionale e quella di parlamentare, sancita dall'articolo 122 della Costituzione. Stando alla legge regionale, l'eletto ha tempo 10 giorni per cessare dalle sue funzioni in viale Aldo Moro, dal momento in cui si concretizza la causa di incompatibilita'. Se questo non avviene, in un arco di 30 giorni viene pronunciata la sua decadenza dalla carica di consigliere. Ma e' proprio sui tempi che sembra essersi innescato un braccio di ferro tra gli eletti e la presidente dell'Assemblea.
Alcuni neo parlamentari, infatti, hanno chiesto all'ufficio di presidenza di far decorrere il termine dei 10 giorni dalla data di convalida dell'elezione. Secondo gli uffici dell'Assemblea, invece, il conteggio dei tempi dalla data della prima seduta delle Camere, gia' fissata per il prossimo 23 marzo.
Da qui la richiesta di un parere da parte di Saliera al segretario generale di Montecitorio, precisando pero' che 'nel caso non dovessimo ricevere il riscontro richiesto in tempo utile', l'Assemblea legislativa agira' come indicato dai propri uffici. Il gesto della presidente, che lei stessa spiega nei termini di 'garanzia per gli eletti e per i subentranti', ma anche a difesa della 'dignita' dell'istituzione', naturalmente non e' piaciuto ai quattro consiglieri in questione. E se nei corridoi di viale Aldo Moro si racconta del malumore di Rossi per la mossa di Saliera, a svelare le carte direttamente in aula e' Foti. 'Ad oggi non e' pervenuta a nessuno la proclamazione- avverte l'esponente Fdi- ho la sensazione che vi sia una fretta abbastanza inusitata a precorrere i tempi. Se soggetti esterni stanno facendo indebitamente pressione sull'Assemblea perche' si pronunci in qualche modo, sappiano che gli interessati possono impugnare in ogni sede decisioni inopinate e affrettate. Chiedo ci sia una procedura ordinata e non basata sui casi precedenti.
E' dal giorno in cui uno viene proclamato che diventa parlamentare, ma e' dal giorno in cui uno si insedia che puo' optare' tra le due cariche.
Redazione Pressa
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