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Salute disuguale: boom di spesa nel privato, è una sanità per ricchi

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Presentati questa mattina con Annichiarico i risultati di due indagini (Cgil e Federconsumatori) sul gradimento dei servizi sanitari locali


Salute disuguale: boom di spesa nel privato, è una sanità per ricchi
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Aumento della spesa privata in sanità e preoccupazione dei cittadini modenesi rispetto alla sostenibilità di tale spesa in futuro, soprattutto per chi si trova in condizioni reddituali e lavorative precarie. Tra i cittadini che hanno dichiarato di aver aumentato la spesa privata in sanità il 78% è stato indotto dai tempi di attesa elevati della sanità pubblica, e circa il 21% dalla competitività dei costi rispetto al sistema pubblico. Con la copertura della sanità integrativa che spesso non dà risposte proprio a chi è in condizioni reddituali più fragili.
Sono questi i risultati di due indagini sul gradimento dei servizi sanitari a Modena effettuate dallo Spi/Cgil e da Federconsumatori.



Le indagini sono state presentate questa mattina da Maurizio Guidotto presidente di Federconsumatori, Davide Dazzi ricercatore Ires Emilia Romagna, Patrizia Palmieri della segreteria Spi/Cgil di Modena, Alfredo Sgarbi segretario Spi/Cgil Modena, Massimo Annichiarico direttore Ausl Modena e Alberto Bellelli co-presidente Conferenza territoriale socio-sanitaria e Anci regionale.

 

IL COMMENTO

A commentare i dati il medico e candidato LeU Paolo Trande. Ecco il suo commento dettagliato con presentazione di dati annessa.

Dalla ricerca, indagine di massa su 2.500 cittadini, emerge:
- il 79% dice di sentirsi bene, il 20% male (si conferma che la condizione reddituale influenza la percezione di benessere presente e futura, chi guadagna di più di sente meglio) 
- sulla spesa sanitaria, aumentano i consumi sanitari del 2.5% e le spese sanitarie private sono aumentate per il 50% del campione, con il crescere dell'età, tra quelli che di sentono peggio, tra i più 'ricchi' e tra il 10% di quelli che hanno diminuito la spesa sanitaria in parte non trascurabile stimata intorno al 3.5%
- fanno più ricorso alle prestazioni sanitarie private chi ha più reddito e lo fanno principalmente per i tempi di attesa (78.

5%) e per scegliersi il medico (38.5%), nel privato e perchè costa meno (21%)
- le spese sanitarie private sono perlopiù dovute a visite speciastiche e spese odontoiatriche
- per l'82% sono 'out of pocket' (soldi tasca dei cittadini) e per il resto assicurazioni e fondi sanitari contrattuali (il cd welfare aziendale); che diventano del 25% nella industria e del 17% tra i contratti a tempo indeterminato (dualismo)
- aumenta il consumo dei farmaci da banco e dei generici in crescita
- il giudizio sui servizi è molto variegato, dal 1 a 10, si va dal 6.2 per la tecnologia al 2.7 per le lista di attesa.

Purtroppo trovano conferma:
- aumenti della spesa privata dei cittadini per esigenze di cura anche in Emilia-Romagna e a Modena
- una certa selezione di accesso alle cure secondo criteri di ricchezza anche in sanità
- il giudizio dei modenesi sui servizi sanitari non pare del tutto positivo e, in peggioramento rispetto, a memoria, ad altre indagini del passato. 
Sulla valutazione dei servizi socio-sanitari fatta dallo Spi-CGIL Modena, sui propri pensionati, per distretto la situazione mostra dimogeneità e territori in sofferenza a partire dalla Montagna e dalla Area Carpi mentre l'area di Sassuolo appare quella meglio valutata. 

Anche in Emilia-Romagna e a Modena l'aumento della spesa sanitaria privata dimostra che il tratto di universalità si va progressivamente depotenziando e si vanno inserendo progressivi slittamenti sulla sanità privata che acquisisce sempre più spazio. Al calare della spesa pubblica, delle risorse destinate al Fondo Sanitario Nazionale cresce lo spazio per la sanità privata che, ovviamente, non ha alcuna preoccupazione per l'equità di accesso. 
La Sanità, col definanziamento, rischia di non essere più pubblica e universale, proprio nel 40°anniversario della istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. Nel DEF si prevede la pesa sanitaria al 6.2% del PIL nel 2020 mentre la popolazione invecchia e farmaci e tecnologie sono sempre più costosi (di che cosa si fregi la Lorenzin...). Ci vogliono 5 miliardi subito. 
A Modena le cose vanno in maniera sincrona col dato nazionale, nonostante lo sforzo degli operatori (molto apprezzati nelle indagini e questo è un punto di orgoglio, nonostante i contratti bloccati e la diminuzione del personale di questi anni) e ci sono aree di particolare sofferenza a partire dalla Montagna. 
Muoviamoci o addio al nostro servizio sanitario pubblico e universale.

Redazione Pressa
Redazione Pressa

La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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