Come pure Bonaccini non teme che, ancora una volta il riformismo e il pragmatismo all'emiliana (dove il Pd ancora vince), vengano risucchiati nel gorgo delle logiche romane. 'Se fosse vero che nessuno può cambiare le cose o farle in modo adeguato solo perchè viene da una terra, dovremmo mettere nello statuto che chi nasce o viene dall'Emilia-Romagna non si può candidare a fare il segretario del Pd'. Eppure, annota il presidente aspirante segretario, 'se c'è uno che ha battuto due volte Berlusconi è stato Prodi...'. Poi ogni stagione è storia a se. E Bonaccini ammette di avere 'sempre dei dubbi su di me', ma rivendica la lunga esperienza di amministratore e politico: assessore a Campogalliano e Modena, presidente di Regione, della Conferenza delle Regioni, della rete europea di Comuni e Regioni, segretario della Fgci, del Pci, del Pds, del Pd...
Bonaccini è 'made in Emilia-Romagna', 'una delle terre dove c'è più libertà economica', ma 'mi sento di sinistra e mi piace intendermi su cos'è la sinistra: che è avere un sogno di cambiare le cose, e non sognare rinsecchisce la propria vocazione, ma quella vocazione la devi concretizzare'. Per cui 'vorrei lo ius soli domattina'. Insomma, 'non temo proprio di essere visto come troppo di destra, ma vorrei una sinistra popolare, riformista che sta in mezzo alla gente, mentre il Pd è troppo distante dai cittadini e dai problemi'. Quanto a sè, si attribuisce il merito 'di non essere caduto in depressione dopo la prima vittoria' alle regionali 'quando trovavo solo gente che mi spiegava che con il 37% di votanti era quasi una sconfitta. Ma io ero tranqullissimo e ho detto 'gli facciamo vedere come si fa' e alle elezioni successive ha votato il 70%.
Nella foto Bonaccini durante un allenamento in palestra, una immagine che egli pubblicò in vista delle Regionali poi vinte