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Una rappresentanza degli “Studenti contro il green pass Modena e Reggio” si è presentata questa mattina, davanti la sede di Ateneo in viale Allegri e davanti la sede distaccata di Educazione e Scienze Umane in viale Timavo, a Reggio Emilia, per protestare pacificamente contro l’obbligo di “certificazione verde” in ambito universitario.
'Lo scopo dei presidi pacifici è quello di sensibilizzare le coscienze dei nostri colleghi studenti e dei nostri professori, i quali ci hanno sempre insegnato a rifiutare qualsiasi discriminazione e ghettizzazione delle differenze come peraltro prevede il codice etico di Ateneo - si legge in una nota degli 'Studenti contro il green pass Modena e Reggio' -. I presidi così strutturati, continueranno per tutto l’anno accademico a rotazione, nelle principali sedi dei dipartimenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia, fino a quando il lasciapassare non verrà totalmente eliminato dall’ambito universitario.
Il gruppo ribadisce con forza e convinzione che la certificazione verde è uno strumento di discriminazione e controllo sociale e non uno strumento sanitario; divide studenti di serie A, i quali hanno il pieno diritto di frequentare la vita universitaria e studenti di serie B che invece non hanno questo diritto. Ll’uso di tale strumento non tiene in debita considerazione lo svantaggio economico di chi non può pagarsi di tasca propria un tampone ogni 48 ore e ha scelto liberamente di non vaccinarsi. É scelta a favore delle élite. Ricordiamo infatti che il vaccino non è obbligatorio e che il “considerando 36” del regolamento europeo 953/2021 chiarisce molto bene come “sia necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che hanno scelto di non vaccinarsi”. Il lasciapassare è solo uno strumento utile a un obbligo surrettizio e indiretto'.
'E' inaccettabile che all’improvviso l’accesso ai luoghi della cultura, della formazione e del lavoro sia passato da essere un diritto a essere un privilegio. E soprattutto è inconcepibile che l’Università luogo libero per eccellenza, culla dell’accoglienza e della cultura si conformi acriticamente alla richiesta di esibire un certificato di conformità sociale basato unicamente su mere scelte politiche - continuano gli studenti -. Il ruolo dell’educazione universitaria dedita alla formazione dell’uomo in tutte le sue dimensioni e quindi votata al confronto, allo scambio e alla crescita individuale e collettiva, perde di coerenza con i valori che si prefigge e gli obiettivi che si pone e soprattutto gli insegnamenti che veicola. Come peraltro stabilito da tutti i regolamenti universitari. Riteniamo le nostre ragioni ascoltate unicamente quando nella nostra Università gli studenti tutti, saranno non solo trattati allo stesso modo ma anche non intralciati nel loro diritto di studiare e formarsi. Chiudendo con una riflessione, ci chiediamo infine, come tutto questo si possa considerare costituzionale, normale e perfino giusto dopo quasi due anni dall’inizio dell’emergenza'.
Redazione Pressa
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