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Invita a votare SI, al referendum, fa autocritica sulla sua segreteria ritenendosi responsabile di avere rinnovato il partito avrebbe voluto ed elogia i risultati raggiunti dal PD e dal governo nella gestione dell'emergenza, nell'ottenimento dei soldi del recovery fund (che Zingaretti vorrebbe insieme a quelli del Mes sulla sanità) e per avere ottenuto l'elezione dei Dem Davide Sassoli e Paolo Gentiloni rispettivamente alla presidenza del parlamento europeo e commissario europeo per l'economia. Nomi che costituiscono l'anima del PD e rappresentano una garanzia 'per arginare la deriva populista sovranista'
Più che del PD il segretario nazionale del partito Nicola Zingaretti, così come poco prima di lui avevano fatto il Presidente della Regione Stefano Bonaccini ed il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli, parla di destra. Una destra che viene tirata al centro del discorso anche quando si parla della brutale uccisione di Willy, il ragazzo 'italiano di colore', come lo aveva definito poco prima lo stesso sindaco con un mezzo scivolone.
Comunque c'è tanta destra nelle parole e nelle frasi di Zingaretti, ma sempre accompagnate dalla sottolineatura che il PD e più in generale la coalizione di governo devono muoversi uniti non contro qualcuno ma con una unità di intenti.
'Chiederemo rigore assoluto al governo che sentiamo nostro e sosteniamo - dice il segretario Dem - ma ora dovremo dire basta ai troppi se, alle attese e ai ritardi e ai nostri alleati mi permetto di dire: basta con l'ipocrisia di essere alleati ma in tv fare la parte degli avversari, perché questo logora'. E qui Zingaretti, riassume i toni di un capo partito che si pone come salvatore della patria.
'La posta in gioco è alta e non siamo uniti per occupare poltrone ma realizzare un programma di rinascita e giustizia italiana. Non è in gioco un governo o un leader di partito ma la tenuta stessa del paese.
Il PD rappresenta ovunque l'unica garanzia contro l'avanzata delle destre, altri non li ho visti'.
Zingaretti sembra consapevole di una segreteria, la sua che dopo referendum ed elezioni potrebbe vacillare, più di quella del governo. A premere, si sa, anche in forme ormai malcelate, c'è lo stesso Bonaccini che proprio alla festa dell'Unità aveva ipotizzato un cambio di leadership del PD e del centro sinistra anche senza, ovviamente, fare intendere il suo nome e scaricando abilmente l'ipotesi sul capo del governo Giuseppe Conte, vero trionfatore, in termini di popolarità alla festa dell'Unità.
E' forse va letto anche in questo clima di consapevolezza che il PD di Zingaretti fermo al massimo 20% non può avere un grande futuro, almeno come forza di governo, il piccolo bagno di umiltà del segretario nazionale. Che fa autochiaratamente autocritica.
'Mi assumo tutte le responsabilità del non avere riformato il partito e chiedo scusa ma ora dico basta. E' tempo di trovare le ragioni dell'unità, partendo dai giovani, dai troppi circoli chiusi e da quella discussione plurale e costruttiva che ci ha permesso, nel rispetto delle seppur divergenti posizioni, di esprimere una indicazione per il Si al referendum'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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