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È in crescita anche a Modena il numero di cani, spesso meticci, che arrivano con le cosiddette “staffette” dal sud Italia per essere adottati ma che invece, per diversi motivi, vengono abbandonati. Nel solo 2017 sono stati infatti 88 i cuccioli, sprovvisti di microchip di identificazione, che sono stati accolti dal Canile intercomunale di Modena dopo essere stati trovati per lo più nei pressi di due svincoli autostradali cittadini.
Il fenomeno, spiegano i tecnici dell’Ufficio diritti animali del Comune, nasce da annunci on line che propongono l’adozione di teneri cagnolini con pietosi appelli. Spesso però si tratta, come testimoniano alcuni episodi anche recenti, di animali che non sono vaccinati né iscritti all’anagrafe canina e che spesso presentano problemi comportamentali, ovviamente non evidenziati negli annunci o durante i contatti con sedicenti “volontari”, e per i quali spesso viene anche richiesto un pagamento al momento della consegna.
Il cane che arriva a Modena con le “staffette”, inoltre, è spesso portatore di malattie che qui non erano più presenti come la leishmaniosi, senza contare che deve affrontare un lungo viaggio spesso con mezzi e in condizioni non idonee.
“Bisogna fare molta attenzione a questi annunci – commenta l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi – e a non lasciarsi commuovere dalle richieste, e dalle foto, di cuccioli in cerca di una famiglia. Questi animali possono rivelarsi molto complessi da gestire una volta a casa e inoltre si rischia, magari inconsapevolmente, di moltiplicare i casi di abbandono che erano diminuiti dopo l’introduzione dei microchip, sostituiti dalle rinunce di proprietà. Invito quindi – conclude l’assessora –le famiglie in cerca di un amico a quattro zampe al nostro canile dove, consigliati da un’educatrice cinofila che ascolterà le loro necessità, troveranno sicuramente il loro cane”.
Sono tra i cinquecento e i seicento i cani che entrano in canile ogni anno e circa quattrocento vengono restituiti ai legittimi proprietari mentre circa 170 vengono adottati e accolti nelle famiglie modenesi.
Redazione Pressa
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