l'affidamento dei servizi di gestione di centri collettivi di accoglienza con capienza ricettiva compresa tra 51 e 300 unità. Il tutto per due anni, a partire dal 31 agosto
Il tutto per poco più di 1533 richiedenti asilo che pur a fronte della riduzione radicale degli sbarchi e del mancato arrivo, da tempo, di nuovi migranti stranieri richiedenti protezione internazionale inviati in provincia di Modena dall'Hub di Bologna in via di smantellamento, mantengono numeri alti per la nostra provincia. Attualmente inferiori di 'sole' 300 unità rispetto al livello massimo raggiunto dal sistema di accoglienza modenese che nel 2018 sfiorò i 1900 migranti accolti.
Fino al 31 agosto per gli operatori che attualmente gestiscono in provincia di Modena l'accoglienza dei richiedenti asilo, continueranno a valere, in deroga, le condizioni fissate dal precedente governo, che prevedevano, per l'accoglienza giornaliera di ogni richiedente asilo, una diaria riconosciuta agli operatori stessi da 32,5 euro. Da quel momento, salvo il ripetersi di una gara deserta come quella registrata lo scorso marzo (le offerte pervenute garantivano solo 89 posti sui 1533 richiesti), le condizioni introdotte dal decreto immigrazione-sicurezza del governo, porterebbero la cifra giornaliera a circa 20 euro. In media. Differenziata (dai 18 ai 21 euro circa al netto dell'Iva), a seconda dei due bandi, sulla base che si tratti di una accoglienza strutturata in un unità abitative, anche frazionate, per 50 posti, od in cosiddetti centri collettivi, dai 50 fino ai 300 posti.
Una modifica sostanziale che come più volte segnalato dagli stessi operatori che gestiscono l'accoglienza attraverso i bandi della Prefettura capace di incidere su due aspetti fondamentali dell'accoglienza. Da un lato la diffuzione capillare sul territorio in piccole strutture abitative capaci di garantire un miglior inserimento nel tessuto sociale delle singole realtà, e dall'altro sulla qualità dell'accoglienza orientata all'integrazione (corsi di italiano, avviamenti al lavoro, attività sportive) che non sarebbe più difficile strutturare con i soldi a disposizione (sufficienti per garantire vitto e alloggio in una condizione di sostanziale emergenza oltre a pocket money da 2,50 euro), e con immediate ripercussioni sul numero di posti di lavoro, ricoperti soprattutto da giovani specializzati. Ma queste, anche alla luce della bocciatura dei ricorsi che affiderebbero alle prefetture super-poteri, sono le condizioni e i limiti di spesa e di servizio introdotti dal decreto sicurezza, e con i quali, volenti o nolenti, le prefetture ed i gestori dell'accoglienza dovranno fare i conti.
Conti comunque ingenti che nonostante i tagli del rimborso spese quotidiano obbligano comunque la prefettura a prevedere spese per la copertura del servizio di accoglienza di 1533 richiedenti protezione internazionale per due anni, per entrambi i bandi, rispettivamente da 39 milioni e 737 mila euro e 46 milioni e 997 mila euro. Per un totale che sfiora gli 87 milioni di euro
Gi.Ga.