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Borsellino, 30 anni senza verità. Il fratello: 'Silenzio a passerelle'

Il 19 luglio del '92 nella strage di via d'Amelio moriva il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta

“Avremmo voluto celebrare il trentesimo anniversario della strage di via d’Amelio con una vittoria sulla mafia e quindi con la scoperta della verità per dare giustizia ai familiari e alle vittime. Purtroppo sarà anche quest’anno solo un appuntamento rimandato. Fin quando non si farà chiarezza sui tanti depistaggi, fin quando la politica non farà leggi antimafia dignitose della memoria e dell’operato dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine che per lo Stato sono stati uccisi”. Lo si legge in una nota di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nella strage del 19 luglio 1992, e del movimento Agende rosse.
“Sono passati trenta lunghi anni senza verità – si legge -. Sono stati celebrati numerosi processi ma ancora attendiamo di conoscere tutti in nomi di coloro che hanno voluto le stragi del ’92-’93.
Abbiamo chiaro che mani diverse hanno concorso con quelle di Cosa nostra per commettere questi crimini ma chi conosce queste relazioni occulte resta vincolato al ricatto del silenzio“.
Borsellino e le Agende rosse ora chiedono il silenzio: “Silenzio alle passerelle. Silenzio alla politica. Perché invece di fare tesoro di ciò che in questi trent’anni è successo, ci accorgiamo che la lotta alla mafia non fa più parte di nessun programma politico. Anzi, alcuni recenti provvedimenti legislativi, come la cosiddetta riforma che introduce il principio dell’improcedibilità per numerosi tipi di reati e la cosiddetta riforma dell’ergastolo ostativo in discussione presso il Senato, fanno carta straccia degli insegnamenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Adesso basta con queste disonestà – ancora la nota -. I cittadini si aspettano dalle istituzioni azioni concrete, dissociazioni dalla mafia e soprattutto trasparenza per riavere la loro fiducia. Quest’anno la nostra giornata di memoria si intitolerà ‘Il Suono del Silenzio’ e poiché niente deve poter rompere questo silenzio, se non la musica, ci sarà in via D’Amelio soltanto una pedana sopra la quale un grande violoncellista, Luca Franzetti, che abbiamo scelto non soltanto per la sua arte ma anche per il suo grande impegno civile, suonerà e commenterà le sei suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach, in particolare la numero 2, ispirata alla rabbia e la numero 3, ispirata all’amore”.
“Sono passati trenta lunghi anni senza verità – si legge -. Sono stati celebrati numerosi processi ma ancora attendiamo di conoscere tutti in nomi di coloro che hanno voluto le stragi del ’92-’93.
Abbiamo chiaro che mani diverse hanno concorso con quelle di Cosa nostra per commettere questi crimini ma chi conosce queste relazioni occulte resta vincolato al ricatto del silenzio“.
Borsellino e le Agende rosse ora chiedono il silenzio: “Silenzio alle passerelle. Silenzio alla politica. Perché invece di fare tesoro di ciò che in questi trent’anni è successo, ci accorgiamo che la lotta alla mafia non fa più parte di nessun programma politico. Anzi, alcuni recenti provvedimenti legislativi, come la cosiddetta riforma che introduce il principio dell’improcedibilità per numerosi tipi di reati e la cosiddetta riforma dell’ergastolo ostativo in discussione presso il Senato, fanno carta straccia degli insegnamenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Adesso basta con queste disonestà – ancora la nota -. I cittadini si aspettano dalle istituzioni azioni concrete, dissociazioni dalla mafia e soprattutto trasparenza per riavere la loro fiducia. Quest’anno la nostra giornata di memoria si intitolerà ‘Il Suono del Silenzio’ e poiché niente deve poter rompere questo silenzio, se non la musica, ci sarà in via D’Amelio soltanto una pedana sopra la quale un grande violoncellista, Luca Franzetti, che abbiamo scelto non soltanto per la sua arte ma anche per il suo grande impegno civile, suonerà e commenterà le sei suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach, in particolare la numero 2, ispirata alla rabbia e la numero 3, ispirata all’amore”.

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