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Cirrosi epatica, la terapia anticoaugulante non è più un problema

Cirrosi epatica, la terapia anticoaugulante non è più un problema

Uno studio della gastroenterologia del Policlinico ha coinvolto 265 pazienti sottoposti a legature endoscopiche dal 2009-2016


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Gli anticoagulanti nella cirrosi non fanno più paura. Uno studio della Struttura Complessa di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dalla prof.ssa Erica Villa, ha dimostrato che il rischio di emorragie causato dalla legatura endoscopica delle varici esofagee non aumenta in corso di terapia anticoagulante nei pazienti affetti da cirrosi epatica.

La ricerca ha coinvolto 265 pazienti su cui sono state effettuate oltre 500 legature endoscopiche tra il 2009 e il 2016 presso il Servizio di Endoscopia Digestiva della Gastroenterologia del Policlinico. Lo studio, che vede come primo autore il dottor Marcello Bianchini, è stato coordinato dal dottor Filippo Schepis,responsabile dell’Ambulatorio di Cirrosi e Ipertensione Portale e del Laboratorio di Emodinamica Epatica, ed è stato pubblicato sul numero di luglio 2018 di Liver International, una delle riviste scientifiche di riferimento del settore. Inoltre, allo studio è stato dedicato un approfondito e positivo commento da parte del comitato editoriale della rivista.

“I pazienti cirrotici sviluppano spesso varici esofagee che necessitano di obliterazione endoscopica, la cosiddetta legatura, al fine di evitarne la rottura spontanea e la conseguente copiosa emorragia – aggiunge il dott. Filippo Schepis - la legatura, però, può essa stessa causare un’emorragia variceale nel 7-10% dei casi.
Per ciò si tende a non eseguire la legatura in pazienti in terapia anticoagulante, al fine di non incrementare il rischio emorragico post-procedura. Questo fa sì che i pazienti cirrotici anticoagulati non ricevano alcuna terapia per il trattamento delle varici. Il nostro studio dimostra per la prima volta che in realtà la somministrazione di una particolare categoria di anticoagulanti, le cosiddette eparine a basso peso molecolare, è sicura nei pazienti cirrotici sottoposti a legatura delle varici. Quindi, questi pazienti possono essere trattati come tutti gli altri”.

“Questo studio – ha aggiunto la professoressa Erica Villa – è destinato a cambiare l’approccio terapeutico ai pazienti affetti da cirrosi epatica che assumono farmaci anticoagulanti, migliorando quindi notevolmente la loro qualità di vita. Lo studio è il risultato è il frutto del lavoro integrato di diverse componenti dell’Unità Complessa di Gastroenterologia del Policlinico, ovvero l’Ambulatorio Cirrosi e Ipertensione Portale, il Laboratorio di Emodinamica Epatica, il Reparto di Degenza, il DH e il Servizio di Endoscopia Digestiva, e dello specifico expertise del nostro gruppo nel contesto delle complicanze emorragiche e trombotiche dei pazienti con cirrosi epatica e ipertensione portale”.

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