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Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini 'annulli l'ordinanza che vieta l'ingresso alle spiagge': anche da Ravenna si alza una voce contro le spiagge off limits. E' quella del consigliere di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, che 'diffida' il governatore e gli chiede di annullare il provvedimento, ma in più invita il presidente del Consiglio Giuseppe Conte 'a ricorrere alla Corte Costituzionale', chiede alla Procura 'di verificare l'eventuale esistenza di ipotesi di reato' e alla Commissione europea 'di considerare l'ipotesi di una violazione del diritto comunitario da parte dello Stato italiano'.
Non c'è dunque solo il sindaco di Riccione, Renata Tosi a mettersi di traverso all'ordinanza regionale del 30 aprile scorso. Ancisi, in generale, si riferisce all'articolo 16 della Costituzione, 'ma anche al Codice civile, secondo cui tutte le spiagge italiane sono un bene pubblico demaniale destinato a servizio della collettivita''.
Il consigliere richiama anche il decreto legge anti-virus del 25 marzo scorso 'che vieta alle Regioni di emettere ordinanze se non per 'introdurre misure ulteriormente restrittive', rispetto ai decreti governativi, 'in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esse''. Ebbene, incalza Ancisi, 'gli 11 dpcm non hanno mai parlato di spiagge, mentre, al momento dell'ordinanza regionale, il rischio sanitario non solo non si era aggravato in tutta l'Emilia-Romagna, ma sulla fascia costiera aveva registrato dati in notevole e inarrestabile miglioramento, i più positivi nella provincia di Ravenna'. Insomma, quell'ordinanza 'e' nulla'.
Non solo, ma 'l'insulto più grave allo Stato di diritto, non più solo nazionale, bensì internazionale dell'Unione Europea è stata la chiusura della battigia, per la quale sia la legge 296 del 2006, che, ancor meglio, la legge 217 del 2011: 'Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità europea- Legge comunitaria 2010', affermano essere 'assoluto il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione''.
Parlando di un provvedimento 'inaudito', il consigliere di opposizione fa notare che 'nell'aria marina salsoiodica, a differenza che nei luoghi chiusi, virus infettivi non se ne prendono basta che si rispettino e si facciano rispettare le regole del dpcm 26 aprile'. Eppure, attacca, 'come nei peggiori regimi, sfidando anche il buon senso, la risposta del Comune mi è arrivata dentro l'ordinanza del presidente della Regione' una 'roba da Repubblica popolare delle Banane, che mi ha imposto di farne denuncia alle autorita' della Repubblica democratica italiana', aggiunge. Insomma, è la conclusione di Ancisi: 'Giù le mani dello strapotere dalla battigia, non solo delle spiagge libere, ma anche di quelle in concessione'
Redazione Pressa
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