Lo scrittore cileno Luis Sepulveda è morto oggi all’età di 70 anni, all’ospedale di Oviedo, in Spagna, a causa del Covid-19. Sepulveda aveva accusato i primi sintomi della polmonite a fine febbraio. Dopo la positività al Covid-19, lo scrittore era stato trasferito da Gijon all’ospedale di Oviedo. Anche la moglie Carmen Yanes era stata ricoverata, e a metà marzo aveva smentito che suo marito fosse in coma. Negli ultimi giorni, però, le condizioni dello scrittore si sono aggravate, fino alla morte.
Sepulveda era nato nel 1949 a Ovalle, in Cile, ed era cresciuto a Valparaiso, con il nonno paterno e con uno zio che gli instillarono l’amore per i romanzi di avventura di Cervantes, Salgari, Conrad, Melville. Da ragazzo si iscrisse alla Gioventù Comunista e inizio’ a lavorare al quotidiano Clarín.
Nel 1969 vinse una borsa di studio di cinque anni per l’Università di Mosca, ma nella capitale sovietica rimase solo pochi mesi, venne infatti espulso a causa dei contatti con alcuni dissidenti. Anni più tardi, entrato nella guardia personale del presidente Salvador Allende, conobbe anche il carcere e la tortura nei giorni del colpo di stato del generale Pinochet. Dal 1977 viaggiò in esilio e girò diversi Stati, iniziando a scrivere con continuità.
Oltre venticinque i libri scritti da Sepulveda, in gran parte romanzi e libri di favole, pubblicati in Italia prima da Salani e poi da Guanda. Tra i suoi piu’ noti ‘La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare‘, ‘Il vecchio che leggeva romanzi d’amore‘, ‘Diario di un Killer sentimentale’, ‘Il mondo dalla fine del mondo‘, ‘La frontiera scomparsa‘, ‘Patagonia Express‘, ‘Storia di un gatto e del topo che divento’ suo amico‘, ‘Ritratto di gruppo con assenza‘, ‘Ultime notizie dal Sud‘, ‘Tutti i racconti‘. Il suo ultimo libro e’ stato ‘Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa‘, del 2018.