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'Questa malattia assume sempre di più in questa fase la connotazione di una malattia simil influenzale e secondo me ci traguarderà al prossimo ottobre a fare una sola dose di richiamo annuale così come per l’influenza. A mio giudizio, in questo momento, la cosa non ci deve spaventare: la terapia sarebbe assolutamente uguale. Bisogna differenziare adesso il sintomatico dall’asintomatico: dobbiamo arrivare a curarci come se fosse un’influenza e a vaccinarci come se fosse un’influenza, dobbiamo cominciare ad avere il coraggio di dire che se ci si ammala non c’è problema, perché ci sono le terapie. Se non siete sintomatici non correte ai drive in, non correte negli ospedali”.
Ad affermarlo il direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ospite questa mattina a ‘Non Stop News’ di RTL in una intervista riportata dall'Agenia Dire.
Una prospettiva, quella di un richiamo vaccinale all'anno, come per l'influenza, che ritorna nelle risposta di Vaia, anche alla domanda su quante dose dovremo fare ancora.
“Non c’è quarta o quinta dose- ha spiegato Vaia- io ho detto più volte che non dobbiamo arrivare a vaccino e cappuccino, cioè faccio un esempio: se io ho un appartamento che non è a norma dal punto di vista elettrico che faccio? Metto a norma l’appartamento o decido di comprare candele per tutta la vita? Evidentemente metto a norma l’appartamento”.
E alla domanda su quanto il coronavirus finirà, risponde: 'Non faccio il divinatore, non lo so. Però dico che questa malattia ha i caratteri della stagionalità e secondo me il picco lo avremo adesso tra fine gennaio e la prima decade di febbraio. Traguardiamo come è successo negli anni scorsi questo tempo, a ottobre faremo il nostro richiamo. Non la quarta dose, ma richiamo. Vorrà dire che sarà diventato come un’influenza“, ha concluso Vaia.
Redazione Pressa
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