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Ad oggi non possono - come noto - somministrare il vaccino, ma le farmacie continuano ad essere presidi fondamentali nella gestione della pandemia sia in termini di prenotazioni dei vaccini sia nella effettuazione dei tamponi rapidi e test sierologici.
Marco Taddia, titolare della Farmacia Madonnina di Modena, alla luce della decisione di oggi di Aifa di sospendere in tutta Italia la somministrazione del vaccino Astrazeneca, fa il punto della situazione, partendo da un dato paradossale: l'impossibilità di offrire la priorità di vaccinazione anche ai dipendenti non laureati delle farmacie.
Dottore, partiamo da questo aspetto. I collaboratori delle farmacie addetti al magazzino e alle prenotazioni degli esami non hanno diritto di vaccino prioritario a differenza dei farmacisti. Contro questa scelta da settimane lei sta facendo una battaglia.
'Ho posto il problema alla mia associazione e a chiunque pensavo potesse occuparsene.
Mi pare assurda una distinzione di protezione vaccinale in base al titolo di studio. Nella mia farmacia i farmacisti laureati e gli altri collaboratori credo vadano incontro agli stessi rischi, pur con tutte le protezioni del caso, di contrarre il virus incontrando clienti, corrieri, rappresentanti... Io e i colleghi farmacisti siamo già stati vaccinati con Pfizer, mentre i collaboratori no. Non mi spiego quindi questa differenza, sia come principio sia dal punto di vista pratico. Anche se devo dire che dopo la notizia di oggi questo problema appare forse in secondo piano'.
Sì, la decisione di Aifa di sospendere la somministrazione di Astrazeneca cambia completamente il quadro.
'Indubbiamente è un problema serio. Noi in farmacia avevamo già raccolto 105 prenotazioni, immagino tutte per Astrazeneca, dal momento che prevedono una distanza tra prima e seconda dose di 12 settimane e non di 20 giorni come con Pfizer'.
Le farmacie oggi raccolgono solamente le prenotazioni per i centri vaccinali. Lei immagina in futuro possano diventare luogo di vaccinazione?
'Difficile immaginare che i farmacisti possano occuparsi oggi della vaccinazione in prima persona. Discorso diverso è la messa a disposizione di locali ad hoc della farmacia per medici e infermieri pronti a eseguire le inoculazioni. Da questo punto di vista la mia disponibilità sarebbe totale'.
g.leo.
Redazione Pressa
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