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Il caso è stato sollevato da una signora di 80 anni modenese, cliente BPER, che nonostante gli sforzi e le buone condizioni psico-fisiche non è riuscita a comprendere contenuti e forme della comunicazione inviatale in questi giorni, a mezzo posta, dall'istituto di credito. Le uniche cose chiare, nel foglio A4 contenuto nella busta, sono l'intestazione con il logo della banca, il nome del correnstista e due piccole diciture che ne indicano l'oggetto: 'Proposta di modifica unilaterale del contratto' e 'giustificato motivo'.
La premessa non è delle migliori. Proposte (che più che proposte sono comunicazioni perentorie che non ammettono repliche e discussioni), di modifiche unilaterali del contratto, premettono sempre a qualcosa di poco conveniente per il correntista. E in questo caso tutto è confermato. L'obiettivo è infatti comunicare un aumento di 21 euro nelle spese annuali di tenuta del conto corrente.
Quasi due euro al mese in più. Non poco. Aumento non discutibile perché deciso dalla banca. Unilaterale, appunto. Prendere o lasciare. Senza discussione. L'unico diritto, rescindere il contratto, di fatto chiudendo il conto, e in tempi brevi, per non rincorrere in spese accessorie.
Un contenuto finale al quale, e qui sta il punto controverso, è tutt'altro che facile arrivare, se non ad addetti ai lavori dotati di ottima vista e grande pazienza. Perché dopo il titolo in neretto che annuncia la modifica inizia un testo al limite dell'incomprensibile. Per contenuto e per forma. Più di 40 righe in stampatello scritte fittissime ma, punto più problematico, con un carattere sfumato. Grigio chiaro, irregolare, che quasi non distingue con lo sfondo avorio. Non un difetto di stampa e di stampante, visto che il neretto dell'intestazione è chiarissimo.
Solo il testo, che spiega come premessa le ragioni dell'aumento deciso al quale non è possibile opporsi nel merito, è al limite del leggibile. Impossibile per una persona anziana e con una vista non perfetta. Scorrendolo emerge una parabola macroeconomica globale e locale, molto tecnica, che, in sostanza, descrive condizioni congiuntutali e di contesto economico apparentemente molto sfavorevoli per la banca. L'obiettivo è più chiaro delle lettere. Giustificare l'aumento annuale di 21 euro sul conto corrente, in questo caso di una pensionata. L'incredibile è che dopo una cartella di testo fittissima e dai caratteri al limite dell'illeggibile non siamo ancora arrivati al punto. Solo un paragrafetto a piede di pagina inizia ad entrare nel merito della variazione, specificando che 'la misura complessiva della variazione del canone su base annua è pari a 21 euro, di cui 2,10 afferenti all'aumeno della contribuione ordinaria al Fondo Interbancario di tutela dei Depositi (FITD) e 18,90 euro per la permanenza dei tassi in area negativa'. Tutto chiaro no?
Insomma la banca che nel periodo gennaio-settembre 2021 ha registrato un utile netto (escluse le quote di terzi) di 586,22 milioni di euro, con un risultato della gestione operativa cresciuto 668,48 milioni a 861,55 milioni di euro (+28,9%), e con proventi operativi aumentati del 33,7% a 2,49 miliardi di euro, batte cassa ai propri correntisti, pensionati con conti non certo ricchi, compresi.
Bisogna girare pagina per arrivare all'ultimo piccolo paragrafo nel quale sono relegati i diritti del correntista. Qui il carattere è ancora più incomprensibile. Roba da perderci qualche diottria. In caso di mancata accettazione delle modifiche unilaterali proposte c'è la possibilità di recedere entro il 1° febbraio 2022. In caso contrario le modifiche scatteranno dalla stessa data.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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