Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Ieri si è celebrato il “Giorno del Ricordo”, che commemora la tragedia umanitaria delle foibe e di tanti italiani costretti a fuggire e mettersi in salvo dalla furia comunista titina.
Riportiamo alla memoria i fatti: a guerra appena conclusa, nelle terre della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, si assistette ad una vera e propria pulizia etnica da parte dei partigiani comunisti jugoslavi e dell’OZNA, il Dipartimento per la Protezione del Popolo. Questo Dipartimento era il servizio segreto, la polizia politica della Repubblica Socialista Federale appena sorta.
Con la giustificazione che “fiumani”, “istriani” e “dalmati” erano fascisti e nulla avevano a che vedere con il popolo che aveva aderito al socialismo reale, i nostri compatrioti furono deportati, chiusi in campi di sterminio, uccisi e molti (gli storici parlano di 11 mila vittime, ma il calcolo è approssimativo poiché tanti corpi sono ancora da recuperare dagli inghiottitoi carsici) finirono nelle viscere della terra.
Dopo più di settant’anni, ancora si discute su questo fatto storico con la negazione, da parte di alcuni, di quella che ormai è una evidenza documentata. È bene ricordare che, a proposito degli italiani “giustiziati” perché fascisti o collaborazionisti, sono stati ritrovati i corpi di sacerdoti, vecchi, madri di famiglia e bambini.
In questi giorni, con diretta provenienza dal Ministero dell’Istruzione, è arrivata nel plessi scolastici questa indicazione per preparare alla commemorazione: Il Giorno del Ricordo e “la conoscenza di quanto accaduto, possono aiutare a comprendere che, in quel caso, la ‘categoria’ umana, che si voleva piegare e culturalmente nullificare, era quella italiana. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla ‘categoria’ degli ebrei”.
In buona sostanza, questa nota, a firma del capo del sistema educativo Stefano Versari, accomuna i martiri delle foibe agli ebrei uccisi da fascisti e nazisti.
Ma come già sottolineato, non tutti i morti sono uguali e neppure gli assassini: il presidente dell’Associazione nazionale partigiani Gian Franco Pagliarulo, rivolgendosi immediatamente a Bianchi “chiede urgenti lumi al Ministro dell’Istruzione sulla comparazione che consideriamo storicamente aberrante e inaccettabile”.
Questa la replica del Ministro: “Ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e non va confrontato con altri, con il rischio di generare altro dolore“.
Gian Franco Pagliarulo, informato telefonicamente da Bianchi sul testo che intendeva pubblicare, si è dichiarato soddisfatto e così ha commentato: “Non avevo dubbi sull’equilibrio del Ministro rispetto alle tragedie che hanno toccato l’umanità”.
Gli 11 mila istriani, fiumani e dalmati massacrati dai partigiani comunisti non valgono i 6 milioni d’ebrei trucidati dai nazi-fascisti. Infatti, i primi hanno dovuto attendere il 2004 per iniziare ad essere ricordati, anche se con molti distinguo.
Il fatto veramente aberrante e inaccettabile è che un Ministro prenda immediatamente le distanza dall’indicazione del suo massimo dirigente la quale riprende quanto stabilito dalla Risoluzione del Parlamento Europeo il 19 settembre del 2019 e il suo accomunare le vittime dei regimi totalitari, sia comuniste che nazi-fascisti.
Il fatto veramente aberrante e inaccettabile è che un Ministro senta il dovere di telefonare al Presidente di una associazione, che non ha più ragione d’esistere e soprattutto d’essere finanziata con denaro pubblico, per leggergli il testo della nota stampa.
Il fatto veramente aberrante e inaccettabile è continuare ad osservare la Storia solo e unicamente con la lente dell’ideologia, separando la fine di vittime innocenti a seconda dei carnefici.
Massimo Carpegna
Massimo Carpegna
Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..
Continua >>