Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il Green Pass ha fallito, sicuramente nell'obiettivo vincolante posto dal Premier Draghi di ridurre i contagi, garantire luoghi sicuri e protetti rispetto alla possibilità di contagiare e contagiarsi. Il Green Pass, nella sua versione base e rafforzata, introdotto senza alcun presupposto scientifico sulla sua efficacia, si è confermato per quello che è sempre stato e che via via è emerso sempre più essere: strumento di azione e coercizione politica contro i non vaccinati e lontano dall'essere misura sanitaria a tutela della salute pubblica. A detta anche di chi, in ambito sanitario, lo aveva sostenuto. Perché pur considerati al netto della maggiore contagiosità di Omicron, delle riaperture diffuse e del minore uso delle mascherine, i numeri di contagiati raggiunti oggi in Emilia-Romagna ed il Italia (con il 94,2% della popolazione con ciclo vaccinale completo), di circa cinque volte superiori alla stessa settimana dello scorso anno, non possono che dimostrare l'inefficacia dello strumento, sul piano sia tecnico che politico.
Semplicemente perché gli obiettivi di efficacia, di tutela e garanzia di protezione e prevenzione del contagio promossi dal Premier Draghi per giustificarne la dura introduzione (capace di determinare la sospensione del diritto al lavoro costituzionalmente garantito di migliaia di persone), non sono stati raggiunti. Nemmeno lontanamente, nemmeno tendenzialmente. E oggi, anche terza dose fatta, ci si contagia come ieri, anzi più di ieri. Questo è il quadro che, è giusto sottolinearlo, non toglie nulla ai vaccini e alla loro efficacia sul fronte della riduzione dei casi gravi, ma smentisce il Green Pass su tutti i fronti, le parole di Draghi e l'uso squisitamente politico e coercitivo che il governo ne ha voluto fare.
'Allora pensiamo se a fronte di un numero tale di contagi non ci fossero stati i vaccini a limitare i casi gravi ed ospedalizzazioni cosa sarebbe successo' - affermava due settimane fa il Direttore Generale dell'Ausl Antonio Brambilla in un incontro stampa commentando questo dato che come ora avevamo portato alla sua attenzione.
Difficile calcolarlo, ma la considerazione regge. Eccome. Le cose possono convivere: efficacia del vaccino, ed inefficacia del green pass.
In sostanza, il fatto che lo scorso anno si registravano, con pochi vaccinati con ciclo completo, un numero ed una incidenza minore di contagiati ma un più alto numero di ospedalizzazioni anche gravi, e oggi, con il 94,2% dei vaccinati con ciclo completo, i rapporti tra lo scorso anno e oggi nel numero di contagiati e ricoverati si invertono, allora l'efficacia dei vaccini emergerebbe ancora più marcata e forte. Anche al netto di altre variabili che insieme al vaccino 'aiutano' al raggiungimento dell'obiettivo di ridurre le ospedalizzazioni: dalla minore capacità di Omicron (ridotto sostanzialmente negli effetti ad un virus influenale), di provocare sintomi e conseguenze gravi, alla introduzione di terapie precoci capaci di limitare le ospedalizzazioni dei pazienti sintomatici a maggiore rischio di sviluppare la malattia in forma grave.
Per il Green Pass, in termini di efficacia, è l'esatto contrario. Così come il certificato verde, come strumento politico, era stato introdotto a prescindere dalla condizione dei contagi e in assenza di un solido presupposto scientifico sull'efficacia, così viene tolto oggi (dal 1° maggio), con numero di contagiati ed incidenza ancora alta ed in aumento.
Questo, piaccia o meno, è il quadro che emerge, o meglio si conferma, nel report regionale covid del 26 aprile dell'Emilia-Romagna. Da questo è evidente che nella settimana dal 19 al 25 aprile, rispettivamente del 2021 e del 2022, i contagiati erano 6.451 lo scorso anno (con una percentuale di vaccinati con ciclo completo sostanzialmente a zero), mentre erano 30.192, quasi 5 volte tante, le persone contagiate nel riferimento 19-25 dicembre 2022, con una percentuale di vaccinati over 12 con ciclo completo in Emilia Romagna del 94,2%
Il rapporto, come detto, si ribalta se si osservano i numeri dei ricoverati nei reparti covid e nei reparti di terapia intensiva. Qui il rapporto è di 35 del 2022 rispetto ai 280 del 2021, mentre sul fronte dei ricoveri ordinari eravamo 2034 nel 2021 a 1422 nel 2022, oggi. Numeri significativi ma lontani dall'emergenza e tantomeno dalla preoccupazione per lo stress sullo strutture ospedaliere. Vero punto da tenere sotto controllo. Dal 1° maggio comunque, l'obbligo del Green Pass non sparirà. E nel giorno della festa dei lavoratori continuerà a negare il lavoro a migliaia di lavoratori. Tra cui quelli del comparto sanitario. Che senza Certificato Verde non potranno riprendere a lavorare, fino al 31 dicembre 2022.
Gi.Ga.