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Era già chiaro ma forse è opportuno ribadirlo: l’autodromo di Modena, che per le sue caratteristiche e attuali e future sarebbe meglio continuare a chiamare 'pista prove', non sarà mai, nemmeno dopo il nuovo progetto di ampliamento, un impianto adeguato e vocato ad ospitare eventi di richiamo e di competizioni nel mondo dei motori destinati al grande pubblico. Rimarrà, nella sua struttura e nella sua mission dichiarata, ciò che è sempre stato e che sostanzialmente, al termine anche dell’intervento che porterà alla realizzazione del rettilineo doppio da un chilometro con tanto di nuove strade di accesso, sarà: un hub per lo sviluppo del settore automotive, delle filiere produttive e dei servizi di mobilità smart per le persone. Che, certo, è buona cosa per un distretto come quello modenese che vede nell’automotive una linea strategica di sviluppo economico ed industriale, ma è comunque cosa lontana da quella immagine che la narrazione sviluppata intorno al concetto di autodromo alimenta.
E a specificarlo è la stessa documentazione allegata alla delibera di approvazione delle linee di progetto di ampliamento: l’impianto non è e non sarà mai destinato ad eventi di primo livello. Di fatto competizioni di serie aperte al grande pubblico.
Lo sviluppo anche quando ci sarà rimarrà legato, senza alcuna differenza rispetto alla conformazione e alla destinazione attuale, alle attività senza pubblico svolte in collaborazione principalmente con case automobilistiche e Università, durante i giorni feriali. L'aumento e la presenza di pubblico, in questo ambito, sarà legato all'aumento di tecnici, professionisti e comunque di un pubblico di nicchia, di settore, che varierà dalle attuali 20.000 alle future presumibili 35.000 presenze a lavori di ampliamento ultimati.
Sotto, lo schema allegato alla delibera sul via libera al progetto progetto, mostra l'aumento presunto di presenze solo per gli eventi e le ricerche di settore e limitate ai giorni feriali.
Nessun accenno, nella documentazione fornita anche ai Consiglieri Comunali per valutarne prospettive ed impatti, se non il richiamo al fatto che non cambierà nulla. Nessun aumento nel numero di eventi dei fine settimana il cui numero (80 quelli organizzati nel 2019, ultimo anno precovid), rimarrà pressoché invariato. Fino ad oggi ricordiamo che gli eventi dei fine settimana, a maggior richiamo di pubblico, erano soprattutto privati (modello open privati), che nel 2019 hanno costituito più dell’80% delle manifestazioni.
In questo ambito ci sono anche gli eventi tipo Motor Valley Fest, che nel 2019 avrebbe attirato 15.000 visitatori distribuiti in due giorni, ma che poco cambiano rispetto ad un saldo generale e ad un impatto anche a carattere economico e di indotto. La sintesi è che rispetto al numero di eventi dei fine settimana, non è prevista, con il nuovo progetto, alcuna variazione. Insomma, nulla che faccia presagire allo sviluppo di manifestazioni e tantomeno competizioni di richiamo per il grande pubblico. Come la narrazione legata al raddoppio di un autodromo e della sua tribuna potrebbero, erroneamente, fare pensare.
Ben più importante sotto il profilo economico ed ambientale, sarà l'impatto provocato dai lavori per l'ampliamento e per la realizzazione del chilometro, interrato per tre metri, costituito da terreno ghiaioso e che comporterà, tra le prescrizioni, l'impermeabilizzazione del terreno sottostante per proteggere le falde. Ma di questo ci occuperemo in un altro articolo.
Gianni Galeotti