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Che le restrizioni sul traffico, anche quando sfociano in veri e propri blocchi, non incidano in modo significativo sulle concentrazioni di particolato e PM10 è ormai cosa nota e conclamata dagli studi scientifici. Tra questi anche uno che vide coinvolta Unimore nella ricerca CNR condotta ai tempi delle restrizioni dovute al lockdown). Una evidenza che emerge, sintetizzata, anche nell'ultimo DUP (Documento Unico di Programmazione), del Comune di Modena, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio Comunale. Il Documento analizza oltre ai dati economici in cui si inserisce il bilancio di previsione, anche il contesto ambientale del comune di Modena. Da questo emerge che il numero dei superamenti annui del Valore Limite giornaliero di 50 microgrammi per metrocubo
misurati in via Giardini (il massimo livello che fa scattare il superamento dei limiti imposti è 35/anno), è di 75 giorni nel 2022. Più del doppio. Lo stesso di quello misurato nel 2020, anno del lockdown, che comportò il blocco del traffico per un periodo di due mesi.
Significativo anche il dato relativo alla concentrazione media in microgrammi al metro cubo di PM10 . Quest'ultima registra si un leggero aumento nel 2022 rispetto al 2020 (36 rispetto a 33), ma dal documento emerge anche che la concentrazione è rimasta invariata (a 33) nel periodo pre covid (senza restrizioni), che in quello Covid, compreso il 2020 nei mesi di lockdown

Fonte: Dup Comune di Modena
Di fronte a questi dati, e pur nella consapevolezza (emersa in forma ancora più consolidata dalle stesse ricerche sull'inquinamento nel periodo delle restrizioni Covid), che l'interazione tra i gas e gli elementi che danno origine all'inquinamento da PM 10 sia materia super complessa, e che il dato sull'inquinante preso singolarmente non significa nulla se non visto all'interno di un sistema di cause ed effetti della combinazione con altre sostanze e condizioni atmosferiche, risulta comunque sempre meno sostenibile la tesi dell'efficacia significativa di restrizioni sul traffico veicolare, sicuramente nei termini così vincolanti, articolate e a geometria variabile, come quelle portate avanti in maniera prevalente sul territorio modenese sulla base del piano regionale. Ovvero per fasce orarie, per zone, addirittura per distretti, che escludono pur sempre e comunque tangenziali ed autostrade. Anche senza considerare le mille e più deroghe alle limitazioni che aggiungono una variabile capace di incidere, in negativo, sul numero di mezzi circolanti, anche se formalmente non autorizzati.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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