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Mentre proseguono le indagini relative all’omicidio di Alessandra Perini, in questi giorni abbiamo raggiunto l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Associazione Nazionale Sostegno Vittime, cui abbiamo chiesto alcuni chiarimenti non tanto in merito alla vicenda che ha sconvolto la comunità Pavullese, quanto su aspetti relativi alle violenze domestiche e alle segnalazioni da parte di terzi.
In un primo momento infatti, gli investigatori avevano denunciato il silenzio che aveva circondato Alessandra Perini ma successivamente è emerso che vicini, amici e conoscenti avevano segnalato le violenze del marito alle forze dell’ordine. Cerchiamo dunque di capire cosa non ha funzionato in questa vicenda.
Avvocato, dall’omicidio Perini è emerso che attorno alla vittima alcune persone avevano sporto denuncia ma poi la donna non ha confermato le accuse. Perché accade questo?
'Purtroppo la violenza domestica non si denuncia per diversi fattori, principalmente psicologici.
Da un lato c’è una dipendenza psicologica tra vittima e carnefice, da un altro spesso ci sono dipendenze economiche che rendono difficile l’emancipazione e la piena consapevolezza della propria situazione. Prima di denunciare la vittima deve rendersi conto di essere tale'.
Ma una donna materialmente cosa può fare quando subisce violenza?
'A oggi, dopo l’entrata in vigore della legge 69 del 25 luglio 2019 è stato introdotto il cosiddetto Codice Rosso, che ha innovato e modificato la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere. Quando le donne denunciano reati come maltrattanti in famiglia e stalking o violenza sessuale, possono essere riascoltate dal giudice entro 72 ore dalla ricezione della denuncia da parte del Pubblico Ministero. Il magistrato poi può assumere provvedimenti limitativi della libertà, dal divieto di avvicinamento fino alla detenzione cautelare, verso il denunciato, in casi di conclamata gravità'.
E nel caso invece di una denuncia sporta da terzi?
'Se manca il contributo della persona offesa non si può fare nulla, indipendentemente dal tipo di segnalazioni e dal numero'.
Nemmeno i servizi sociali possono intervenire?
'I servizi sociali possono intervenire su segnalazioni di insegnanti in base ai comportamenti dei figli a scuola. In maniera già diretta possono intervenire se ci sono casi di violenza assistita (dove i figli hanno visto le violenze) o di abusi sui minori. Nel merito della vicenda, diciamo che se questa donna si fosse rivolta a un avvocato o da un centro anti violenza forse avrebbe trovato la forza di denunciare; non bisogna scordare che spesso abbiamo a che fare con persone sole senza nessun supporto esterno. Vero è che le istituzioni a volte non assumono iniziative tempestive, ma il contributo della vittima alla propria salvaguardia attraverso la denuncia è fondamentale. E il fatto che alcune donne che trovano il coraggio di denunciare, talvolta vengono comunque uccise dal loro carnefice, non deve rappresentare un deterrente, poiché se non si denuncia le probabilità di restare vittima di un simile delitto è sicuramente più elevata'.
Stefano Bonacorsi