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Sul fronte degli organici delle forze di polizia, Modena registra numerose carenze. Ancora, dopo anni. Nell'ultima seduta dell'anno del consiglio comunale, sono stati diffusi i numeri di ciò che ancora manca. In città ed in provincia. Su tutto, l'innalzamento del livello della questura in 'fascia A', che garantirebbe una struttura, un organico di personale ed una riorganizzazione funzionale più adeguata alle esigenze del territorio; un territorio, quello di Modena, cresciuto per la sua ricchezza e per essere, anche per la sua ricchezza, meta di immigrati più che altre regioni d'Italia
I dati
Al netto di nuovi arrivi, assunzioni e pensionamenti, aumentati per effetto di 'quota cento' e per la mancanza di 'turn-over' (bloccato per 8 anni nella pubblica amministrazione), la coperta del personale in servizio anche nelle forze di polizia, rispetto al fabbisogno definito dagli organici, rimane corta. Troppo corta.
Al punto da non essere sufficiente nemmeno a fronte degli oggettivi e tangibili sforzi delle stesse forze dell'ordine, coordinate dalla prefettura all'interno del Cosp (il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica), di agire sempre più spesso in sinergia, in azioni volte sia alla prevenzione che alla repressione dei reati. Per dare maggiore efficacia agli interventi, pur con meno risorse. Anche i risultati della cronaca delle ultime settimane con operazioni ed arresti congiunti da parte di Polizia Municipale, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, ne sono la conferma.
Dagli ultimi dati diffusi dal governo, e ripresi dal sindaco in risposta ad interrogazioni presentate in consiglio comunale, i Carabinieri di Modena (divisi nel solo capoluogo in comando provinciale, compagnia e tre stazioni), registra una carenza del 15%. Una percentuale che sale al 19% se si considera il corpo della Guardia di Finanza in ambito proviciale.
Carenza di personale ancora più evidente nella Polizia Penitenzia. Con 216 operatori in servizio a fronte dei 257 previsti. Carenza che rende ancora più difficile il lavoro degli agenti a fronte del contestuale indice di sovraffollamento del carcere di Modena
Il problema relativo agli organici è più strutturale per la Questura di Modena. Dipendono da questa anche i commissariati della provincia. Da Carpi a Mirandola a Sassuolo. Qui il nodo è legato non tanto alla carenza di personale che numericamente è allineato ai 350 facente riferimento ad una pianta organica definita nell'89, in tempi lontani anni luce rispetto alle esigenze imposte dal cambiamento della società, e dalle esigenze di sicurezza attuali, oltre che di funzioni. In 30 anni la provincia spacciata anche nei dieci anni successivi alla caduta del muro di Berlino, come isola felice, è radicalmente e profondamente cambiata. Ma quell'immagine di isola felice alla quale i politici di governo locale si sono aggrappati per anni, ha avuto come effetto quello di non cambiare nulla. Di non chiedere, davvero, nulla. Per non confermare che non ce n'era bisogno, perchè Modena era sicura. I fatti dimostrarono in contrario, non solo sul fronte della micro ma anche della macro criminalità. Anche organizzata.
Basti pensare che in questura si gestiscono anche tutte le pratiche relative all'immigrazione, numericamente esplose negli ultimi anni. E per questo che dopo anni di richieste, ha dichiarato di avere scritto al nuovo ministro con il quale è stato fissato un incontro per il prossimo 21 gennaio. E potrebbe essere l'occasione per chiedere nuovamente ciò che Modena, da almeno 15 anni, a livello politico, non è riuscita 'a portare a casa', ovvero l'elevazione della questura in fascia A. E in tema di organici rimane in sospeso, anzi è stato abbandonato, il tema della riapertura del CPR (Centro di Permanenza e Rimpatrio). Proprio perché ciò che accomuna le richieste della politica di maggioranza ed opposizione è che la gestione della struttura di via La Marmora avvenga senza intaccare gli organici di polizia, ovvero prevedendo personale in più e dedicato a quella funzione.
Gianni Galeotti